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L’ambizioso piano Colao per la fase tre, ecco i punti

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La parola dell’anno è sicuramente resilienza. La leggiamo ovunque e non poteva non essere presente anche nel piano presentato dalla task force per la fase tre, guidata da Vittorio Colao: “Un’Italia forte, resiliente ed equa”. Si intitola “Iniziative per il rilancio – Italia 2020-2022” l’ambizioso documento che illustra gli obiettivi della fase tre in sei macroaree:

  1. Imprese e lavoro come “motore dell’economia”;
  2. Infrastrutture e ambiente come “volano del rilancio”;
  3. Turismo, arte e cultura come “brand del Paese”;
  4. Pubblica amministrazione “alleata dei cittadini e delle imprese”;
  5. Istruzione, ricerca e competenze “fattori chiave per lo sviluppo”;
  6. Individui e famiglie “in una società più inclusiva e equa”.

Il filo conduttore del testo è la digitalizzazione, insieme alla rivoluzione verde e alla parità di genere. Ma dove trovare i fondi necessari ad una rivoluzione come questa? Il testo divide il finanziamento delle varie proposte in tre categorie: fondi pubblici, fondi privati e no funding.

Lavoro

Per prima cosa il piano parla della possibilità di rinviare il saldo delle imposte del 2019 e il versamento degli acconti per il 2020 (come è stato fatto con l’Irap). Se non per tutti, almeno per le imprese che lo richiedono. Sempre nell’ambito dell’agevolazione del lavoro e delle imprese, la task force di Colao propone di “escludere il Covid dalla responsabilità penale del datore di lavoro per le imprese non sanitarie”. Questa misura si accompagnerebbe all’azzeramento dei costi fiscali sugli interventi atti ad incrementare la sicurezza nell’ambiente di lavoro. Tra le necessità anche quella di accrescere la competitività del sistema Italia, al fine di incentivare il rientro in Italia di alcune aziende.

Emersione del lavoro nero

Sulla scia della regolarizzazione prevista nel decreto-Rilancio il piano della task force pone l’accento sul problema del lavoro nero. Misure come la riduzione della contribuzione, la dichiarazione dell’assenza di lavoro nero e le sanzioni per chi dichiara il falso potrebbero aiutare un progressivo sradicamento del fenomeno. A queste misure dovrebbe accompagnarsi la regolarizzazione del contante che proviene da redditi non dichiarati. Per esempio, attraverso il pagamento di una tassa e l’obbligo di investirne una parte in strumenti di supporto per il Paese, oltre ad una riduzione delle commissioni bancarie a carico degli esercizi commerciali per incentivare i pagamenti elettronici.

Famiglie

Per le famiglie il piano prevede l’introduzione di un assegno unico proporzionato al reddito familiare che accompagni la crescita dei figli, fino alla maggiore età. Questo assegno unico assorbirebbe al suo interno i diversi bonus come le detrazioni fiscali per i figli a carico, l’assegno al nucleo familiare, il bonus bebè e l’assegno al terzo figlio.

Donne vittima di violenza

Per dare un aiuto concreto alle donne vittima di violenza, il piano di Colao parla di un “contributo di libertà”, ovvero una somma “tipo reddito di Emergenza e/o Cittadinanza” che fornisca un supporto iniziale per le spese di sussistenza, alloggio, salute, educazione, corsi professionali. Insomma, un supporto concreto che incoraggi una nuova vita autonoma.

Infrastrutture

Il piano sottolinea la necessità di individuare costruzioni strategiche e garantirne la realizzazione. Per questo, bisogna snellire la burocrazia e azzerare possibili ostacoli, anche che “leggi o protocolli nazionali non opponibili da enti locali”.

Turismo

“Il settore turistico è stato impattato dalla pandemia in modo gravissimo” si legge nella premessa del capitolo dedicato al turismo. Per il lavoro stagionale il piano propone una defiscalizzazione per incentivare le assunzioni e le riaperture, accompagnata alle agevolazioni per ammortizzare i costi della messa in sicurezza degli ambienti. Un maggiore collegamento infrastrutturale aiuterebbe anche questo settore. Un esempio sarebbe il potenziamento dell’Alta Velocità “in modo che arrivi fino in Sicilia”.

Digitale

Per incrementare le competenze digitali e le conoscenze di finanza di base degli italiani, il piano prevede un programma didattico ad hoc. Nella classifica sulle competenze digitali della popolazione dei 28 Paesi europei, l’Italia si colloca, infatti, al 26° posto. Altri dati riflettono le profonde lacune in materia, ad esempio solo il 20% degli insegnanti ha partecipato a corsi di formazione digitale. Allo stesso tempo, lo sviluppo delle reti 5G va potenziato.

Questi sono alcuni dei punti contenuti nel documento presentato dalla task force per la ripresa. Un documento imponente, sicuramente ambizioso e pieno di buoni propositi. Dalla ormai proverbiale riduzione della burocrazia, fino al potenziamento del welfare. Tra il dire e il fare, però si sa, c’è sempre di mezzo il mare.

 

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Crediti foto: LaPresse