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La Kings League ci rimane un oggetto alieno

La Kings League ci rimane un oggetto alieno. Eppure nell’idea di Gerard Piqué&soci dovrebbe diventare la nuova forma di calcio dei giovani, dato che l’intero sport è cucito su misura della loro idea di spettacolarità e intrattenimento. Il problema però è attualmente lo scarso numero di campioni passati dal calcio alla sua versione postmoderna: veramente pochi, nonostante le allettanti prospettive di guadagno.

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La Kings League ci rimane un oggetto alieno. Eppure nell'idea di Gerard Piqué&soci dovrebbe diventare la nuova forma di calcio dei giovani, dato che l'intero sport è cucito su misura della loro idea di spettacolarità e intrattenimento. Il problema però è attualmente lo scarso numero di campioni passati dal calcio alla sua versione postmoderna: veramente pochi, nonostante le allettanti prospettive di guadagno.
Crediti foto kingsleague_it Instagram

E’ appena iniziato il campionato mondiale di Kings League, denominato “Kings League World Cup”, e ad ospitarlo è proprio il nostro bel paese. Sky ha ottenuto i diritti di trasmissione, e per ora ha fatto un buon lavoro nel tentare di proporre lo sport ideato da Gerard Piqué a noi italiani. Il problema è che i primi feedback dalla rete sono contrastanti: i giovani sembrano parecchio apprezzare il nuovo sport, mentre dai millennials in su questo genere di gioco viene visto come una corruzione di un sport nobile e storico come il calcio. Vediamo cos’è quindi la Kings League e per quale motivo secondo chi ci investe, sarà il calcio del futuro.

La noia del calcio

Sembra quasi una bestemmia dirlo in una nazione di calciofili come la nostra, eppure la Kings League nasce da un semplicissimo punto di partenza: il calcio è diventato noioso. 22 giocatori che si rincorrono per 90 minuti su un campo enorme, dando vita quando va bene ad una decina di azioni spettacolari a partita, che producono si e no 4-5 gol a fine gara, significa che per l’80% dei 90 minuti regolamentari non succede nulla di significativo. Un dato intollerabile per le nuove generazioni, che cresciute a suon di videogiochi e reels di 45 secondi su TikTok sono abituate ad essere costantemente stimolate con nuovi contenuti ad ogni manciata di secondi. Ecco quindi la grande idea: trasformare il calcio perché si adegui alle logiche spettacolari di videogiochi e social.

Il calcio sognato da uno Youtuber

In Kings League si affrontano 2 squadre da 7 giocatori, in partite da 40 minuti divise in due tempi da 20, e l’obbiettivo di ogni squadra è fare più goal degli avversari. Al calcio di inizio il pallone è posizionato dentro una gabbia sopra il cerchio di centrocampo. C’è un countdown di 20 secondi che permette ai giocatori (uno per squadra più il portiere) di posizionarsi sulla linea della porta. Scaduti i 20 secondi, ci sono 5 semafori che al loro spegnimento danno il via alla sfida. A contendersi il pallone, dunque, sono un giocatore di movimento per parte.

Il primo tocco dovrà essere all’interno della propria metà campo. A ogni minuto un membro per parte si aggiunge al match per arrivare al 5′ con tutti e 7 giocatori (6 di movimento più il portiere) in campo. Già da come inizia la gara intuiamo che del calcio rimane solo l’intelaiatura, il resto è fondamentalmente un modo per aggiungere adrenalina continua alla partita, mettendo in campo variabili che mantengano costante l’effetto “wow”.

Turning points

Il 18esimo minuto può esser visto come uno dei momenti spartiacque della partita: dagli spalti, infatti, viene lanciato un dado che deciderà da quanti giocatori saranno composte le squadre per i restanti due minuti (fino, dunque, alla fine del primo tempo). Anche in questo caso, come per il calcio d’inizio, i giocatori aspettano sulla linea di fondo campo la conclusione del countdown, prima di potersi fiondare sul pallone che, a differenza dell’inizio, sarà posizionato a centrocampo. Ovviamente, qualora dovesse uscire il numero 5, si giocherà un 5 contro 5. Con il 4, un 4 contro 4 e così via.

La particolarità riguarda il ‘Re‘ e il numero 1. Con il ‘Re‘ si avrà un 1 contro 1 ma entrambe le squadre avranno il portiere. Se esce il numero 1, invece, si avrà un vero duello senza portieri nel quale i giocatori dovranno segnare senza poter superare il cerchio di centrocampo. altro turning point è il minuto 38. Quando mancano 2 minuti (più eventuale recupero) alla fine della partita, infatti, se una delle due squadre è in vantaggio, qualsiasi gol varrà doppio. Qualora, invece, il risultato dovesse essere di parità, si darà spazio al golden goal, nel quale la prima squadra che segna vince la partita.

Carte e colpi bassi

Prima dell’inizio della partita, gli allenatori delle due squadre pescano una carta ciascuno. Le carte possono essere usate solo durante il secondo tempo e prima del 38′. Sono 6 le carte disponibili: RIGORE, SHOOTOUT, GOAL DOPPIO, STAR PLAYER, SOSPENSIONE, JOKER. Il ‘rigore‘ dà la possibilità alla squadra che l’ha pescata di poter tirare un calcio di rigore. Un’altra carta a disposizione è lo ‘shootout‘: in questo caso la palla verrà posizionata al centro del campo e il giocatore avrà 5 secondi per battere il portiere avversario in quello che, di fatto, diventa un uno contro uno. Un’altra possibilità è il ‘gol doppio‘ nel quale, come dice la carta stessa, ogni gol che viene segnato dalla squadra varrà doppio per ben 4 minuti.

La carta ‘star player‘, invece, permette all’allenatore di scegliere un giocatore il cui gol, qualora segnasse, varrebbe doppio. Le ultime due carte disponibili sono la ‘sospensione‘, che riguarda la possibilità di poter togliere un calciatore alla squadra avversaria per 4 minuti (escluso il portiere) e la ‘joker‘, che permette alla squadra di poter utilizzare una delle carte precedenti o anche rubarla agli avversari.

L’importanza di avere un presidente

Le squadre, oltre alle possibilità date dalle carte che possono pescare, hanno anche a disposizione un rigore presidenziale. Parliamo di un rigore che viene calciato dal presidente della rispettiva squadra, e può essere calciato in qualsiasi momento della partita. Se il presidente, invece, decide di non tirare il rigore, si può richiedere un penalty shootout per un calciatore all’interno della squadra. Oltre a questo, i presidenti hanno anche l’occasione di accordarsi, decidendo di non giocare il rigore presidenziale. Insomma anche il presidente diventa protagonista della partita, invece che un mero dirigente chiuso nella sua torre d’avorio a far quadrare i conti e i bilanci.

La Kings League ce la farà a gareggiare contro il calcio?

Secondo il suo ideatore Gerard Piqué la Kings League sarà la forma di calcio più apprezzata dalle generazioni Gen Z e Alpha, fino a surclassare il classico calcio. A crederlo non è solo lui: in Italia ad aver investito nel nuovo sport ci sono anche Claudio Marchisio e Zlatan Ibrahimovic, non proprio due nomi minori della tradizione calcistica tricolore. Altro investitore di spicco è il rapper Fedez, che come sappiamo è sempre pronto ad investire in progetti  seminali che abbiano come target le nuove generazioni.

Il problema non è tanto l’appetibilità del nuovo sport, che appare da subito altissima anche solo dando una scorsa alle regole, ma il suo scontrarsi frontalmente con il calcio vero e proprio, contendendogli soldi per i diritti tv, spazio sui social, calciatori e dirigenti. Il risultato di tale scontro non è per nulla scontato: dipende molto da quanti campioni decideranno di passare dal buon vecchio calcio alla sua versione postmoderna, e al momento di passaggi ce ne sono stati assai pochi, perfino fra i calciatori neopensionati o ritirati da tempo e con fame di soldi (Francesco Totti, per fare un nome).

Il futuro

Nonostante la Kings League abbia in progetto di espandere geometricamente il proprio pubblico in brevissimo tempo, è difficile immaginare che in Italia ci sarà da subito mercato per il nuovo sport. Per i più anziani questa versione postmoderna del calcio è una sorta di parodia del nobile sport, una carnevalata che è impossibile prendere sul serio. Per i più giovani invece la questione cambia parecchio: è uno sport basato totalmente sulle loro esigenze e aspettative, pure troppo onestamente. L’effetto videogames è talmente smaccato da essere a volte grottesco (basta vedere l’uso delle carte) tuttavia dipenderà da loro, cioè da quanto tempo e soldi vorranno investirci, se la Kings League crescerà così rapidamente da rubare talenti al calcio. In qualunque caso il guanto di sfida è stato lanciato.

 

 

 

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