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La crisi dell’impero Ferragni

L’impero Ferragni scricchiola pesantemente: il costo fisso della struttura è enorme rispetto al tracollo dei recavi seguito al Pandoro gate, e ora Chiara cerca nuovi investitori che mettano soldi su un progetto ad altissimo rischio… il suo rilancio social

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L'impero Ferragni scricchiola pesantemente: il costo fisso della struttura è enorme rispetto al tracollo dei recavi seguito al Pandoro gate, e ora Chiara cerca nuovi investitori che mettano soldi su un progetto ad altissimo rischio, il suo rilancio social
Crediti foto chiaraferragni instagram

La crisi dell’impero Ferragni sembra ormai irreversibile: a 5 mesi dal Pandoro Gate i brand continuano ad evitarla come la peste, il suo marchio personale vende poco ma la struttura aziendale creata per gestire giri d’affari milionari rimane immutata, macinando perdite. L’influencer cremonese cerca quindi nuovi investitori per immettere cash nella sua Fenice srl, investimento necessario al suo piano di rilancio social. Vediamo dunque cosa sta accadendo.

Il Pandoro Gate sui social

Dopo lo scoppio dell’affaire Pandoro a dicembre, la Ferragni è stata travolta da un’ondata social di critiche e insulti che l’hanno spinta a non postare per un paio di settimane. Un periodo di silenzio ritenuto da molti esperti di marketing troppo breve data la gravità delle accuse, ed invece considerato fin troppo lungo dall’influencer cremonese, che dopo aver bollato l’intera faccenda come un “errore di comunicazione”, ha donato un milione di euro all’ospedale Regina Margherita, pensando di aver chiuso la faccenda. Invece l’indignazione social non si è smontata, continuando a gennaio e a febbraio, per poi affievolirsi a marzo a causa della noia subentrata per una vicenda che occupava quotidianamente le prime pagine di tutti gli organi d’informazione. L’apparizione della Ferragni da Fazio a Marzo ha dimostrato che la noia del pubblico per la vicenda non equivale minimamente ad una riabilitazione della Ferragni: l’apparizione televisiva dell’influencer infatti ha generato nel pubblico più fastidio che altro.

Il Pandoro Gate nei tribunali

Se sui social il Pandoro Gate ha generato reazioni veementi e scomposte un paio di mesi per poi annoiare subito dopo, ovviamente la giustizia civile ha continuato a lavorare sul caso indifferente agli umori social. E’ di questa settimana la sentenza civile del tribunale di Torino che ha dato ragione alla sentenza dell’agcom che ha considerato commercialmente scorretta la campagna commerciale del Pandoro condotta dall’influencer. Una sentenza che aggrava la posizione dell’influencer nell’altra inchiesta che la vede coinvolta al tribunale di Milano, che la sta indagando con l’accusa di truffa aggravata. La sentenza di Torino potrebbe da sola dare il colpo di grazia alle traballanti finanze delle Ferragni, dato che apre le porte ad una potenziale class action degli acquirenti del famigerato Pandoro che potrebbero chiedere a Balocco e Ferragni risarcimenti.

La separazione da Fedez e il divieto di pubblicare i volti dei figli sui social

Se dal lato social e tribunali la situazione delle Ferragni non è rosea, sul piano privato la cose vanno persino peggio: il marito e compagno d’affari Fedez decide di separarsi dalla moglie, anche a causa dello scandalo Pandoro che secondo lui è stato mal gestito dalla moglie. La separazione porta con sé diversi cambiamenti e un piccolo ritorno d’immagine positiva della Ferragni, che può ora giocare l’immagine della moglie amorevole tradita dal marito egoista. Per accordo consensuale fra Fedez e Chiara è vietato a entrambi proporre i volti dei figli sui propri social, accordo che impedisce alla Ferragni di continuare sulla strategia impostata fin dallo scoppio dell’affaire Balocco: quella della brava madre e moglie che sarebbe impossibile anche solo pensare capace di truffe ai danni di bambini malati.

La nuova immagine e la strategia di rilancio sui social

Crisi matrimoniale, crisi economica e fallimento del piano di rilancio social tramite l’immagine della brava madre e moglie. La Ferragni e il suo ufficio marketing devono inventarsi qualcosa alla svelta, ed ecco la grande idea: giocare sull’immagine della donna single che rinasce dopo l’abbandono del marito fedifrago. Ecco quindi fra fine marzo in poi apparire in heavy rotation foto di Chiara in vacanze extralusso (Dubai, Monaco, ecc), con vestiti e in pose sexy, facendo proprio dell’ex revenge, ossia quel trend social in cui la donna lasciata dimostra sui social all’ex (e ai suoi followers) di essere più felice senza di lui. Un cambio d’immagine che sembra apprezzato dalla base hardcore della Ferragni, ma che lascia indifferenti tutti gli altri, e soprattutto non sembra convincere i brand.

L’accordo “segreto” con la stilista Ramona Tabita

Secondo la giornalista ed influencer Selvaggia Lucarelli (rinomata esperta dell’universo Ferragni) l’influencer cremonese avrebbe da poco stretto un accordo riservato con la celebre stylist romana Romana Tabita, famosa al grande pubblico per aver vestito Ghali a Sanremo 2024 e aver creato i look ultra sexy di Elodie. La Ferragni chiede alla Tabita di consigliarle look e collaborazioni con brand emergenti e nel contempo a riallacciare i rapporti con quelli più affermati, ed in cambio offre riservatezza sulla collaborazione e grandi quantità di denaro (la cifra ovviamente non è nota). Una collaborazione che ha dato i suoi primi frutti negli scatti veneziani della Ferragni, che si immortala con outfit di pregio disegnati da designer semisconosciuti, e continua sul medesimo tono con i post pubblicati dal Principato di Monaco.

Delineato il tutt’altro che idilliaco scenario in cui si muove attualmente la Ferragni, veniamo alla grande questione: l’influencer cerca nuovi investitori che mettano 6 milioni di euro per coprire le perdite della sua azienda in attesa dei frutti economici del piano di rilancio. Una cifra importante, da raccogliere in fretta e basata sulla promessa che la partnership con la Tabita genererà in breve tempo la riabilitazione social dell’influencer. Più che un investimento è un azzardo, che dubitiamo alletterà i grossi investitori nostrani.

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