Seguici su

Attualità

Grecia annuncia investimenti militari mentre sale la tensione con la Turchia

Pubblicato

il

Il premier greco Kyriakos Mitsotakis ha annunciato l’acquisto di armi, aerei, elicotteri e fregate da guerra. La decisione di investire nella Difesa arriva mentre continua a crescere la tensione con la vicina Turchia per alcuni giacimenti contesi nel Mediterraneo orientale. Il piano di acquisti comprende 18 aerei caccia francesi Rafale, 4 fregate e 4 elicotteri. Ma non solo, il premier greco ha parlato anche di aumento dei fondi a sostegno della Difesa e dell’assunzione di nuovi militari, 15mila in più in cinque anni. “E’ un programma robusto, che diventerà uno scudo nazionale” ha detto il premier Mitsotakis che ha accusato la Turchia di minacciare l’Europa orientale.

La scelta del fornitore francese non è casuale. La Grecia è supportata dal presidente Emmanuel Macron e l’acquisto di mezzi militari rappresenta un affare per l’industria francese che necessita delle esportazioni per stare in piedi. Il ministro della Difesa francese, Florence Parly, ha infatti accolto con favore l’annuncio del premier greco. “Per la prima volta un Paese europeo vuole acquistare aerei da combattimento Rafale. È un successo per l’industria aeronautica francese”. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, però, è intervenuto a frenare l’entusiasmo. Erdogan ha infatti avvertito Macron di “non litigare con il popolo turco”, avviando anche nuove esercitazioni militari a largo di Cipro.

La questione greco-turca sarà centrale al prossimo Consiglio europeo del 24 e 25 settembre. L’Unione europea – infatti – sta cercando di mediare chiedendo un dialogo tra le parti. Ma secondo la Grecia una distensione sarà possibile solo quando la Turchia fermerà le manovre militari in acque contese e ritirerà le sue navi. Come sottolineato dal premier greco “non ci può essere dialogo se avviene con la pistola alla testa”. Per questo la Ue sta considerando l’imposizione di sanzioni su Ankara, qualora Erdogan non dovesse smettere di intraprendere azioni atte a minare la stabilità del Mediterraneo. Se la via del dialogo non sarà percorribile, non si escluderà la risoluzione della controversia davanti alla Corte internazionale di giustizia.

 

Clicca qui per seguire OA PLUS su INSTAGRAM

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nosta PAGINA OA PLUS

Crediti foto: LaPresse