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Fuffaguru: la vittoria del trap style
Fuffaguru: la vittoria del trap style. Hanno invaso Instagram vendendo il sogno di una ricchezza presa in prestito dai video trap, parlano un inglese maccheronico, non capiscono nulla di finanza eppure promettono di farti diventare schifosamente ricco, fornendoti un nuovo mindset e prodotti finanziari che il sistema non vuole che tu conosca.
Fuffaguru: la vittoria del trap style. Sembra un paradosso, eppure il fenomeno dei fuffaguru di Dubai funziona perché riesce a fondere a livello comunicativo l’immaginario della ricchezza tipico della trap (auto di lusso, ragazze sempre disponibili, prêt-à-porter di lusso) all’immaginario del broker di successo tipico di film come The Wolf of Wall Street. Un’unione che sembra fatta appositamente per colpire giovani e giovanissimi, ed invece riesce a sedurre un pubblico anagraficamente trasversale (dal 19enne neodiplomato all’operaio 60enne) che si riconosce nel modo di sognare la ricchezza tipica dei ghetti afroamericani. Ma chi sono i fuffaguru? Cosa fanno? Cosa vendono e come comunicano? Andiamo a scoprilo.
Gli eroi che vendono sogni
Con il termine fuffaguru si indica un fenomeno nato e cresciuto su Instagram in cui giovanissimi selfmade man/woman vendono i loro prodotti e il loro lifestyle ai propri followers. I prodotti venduti possono essere i più disparati: corsi motivazionali, programmi d’investimento, software automatici di trading, consulenza d’investimento, investimenti bancari in paesi esteri ecc di fondo il prodotto venduto poco conta: ciò che realmente vendono è il sogno della ricchezza senza fatica, senza competenze, senza titoli accademici. In poche parole una ricchezza a portata di tutti e letteralmente impossibile da non raggiungere se ti affidi a loro.
Dalle stalle a Dubai
L’identikit del fuffaguru è abbastanza standardizzato: giovane dai 18 ai 28 anni, senza laurea, figlio/a della classe medio-bassa o persino lavoratrice, che dopo aver sperimentato una serie di lavori poco pagati e frustranti, prende in mano la sua vita e grazie alla propria forza di volontà riesce a diventare ricco. Schifosamente ricco, talmente ricco da puntare ad entrare in quel famoso 1% della popolazione mondiale che detiene metà delle ricchezze presenti sulla terra. Com’è possibile che giovanissimi ex camerieri, personal trainer, magazzinieri siano arrivati in pochi mesi a tale traguardo? Semplice: grazie al cambiamento del proprio mindset e ad una titanica forza di volontà nel far soldi, nonché nella scelta di prendere armi e bagagli e trasferirsi a Dubai.
Dubai: la terra dei ricchi, dei narcos e della finanza molto creativa
Ma perchè proprio per passare dalle stalle alle stelle bisogna andare a Dubai? Secondo i fuffaguru perché lì si recano tutti quelli che hanno il mindset vincente, mentre secondo i loro detrattori perché lì il mix fra difficoltà con l’estradizione e gli scarsissimi controlli sulla finanza creativa, creano l’ambiente ideale per ospitare avventurieri di tutto il mondo. Dubai è interessante anche per un altro motivo: i ricchi che l’affollano sono equamente divisi fra imprenditori tradizionali in cerca di un paradiso fiscale, e narcotrafficanti, signori della guerra africani ed asiatici, truffatori europei e nordamericani in fuga dalle patrie forze dell’ordine. Un mix molto trap.
Sesso, soldi e lambo: tutta questione di mindset
I fuffaguru dicono apertamente di vendere sogni, ma sogni talmente solidi da essere più realistici della realtà. Ma che sogni vendono? Lamborghini e Ferrari scintillanti, ragazze poco vestite dallo sguardo adorante, camice Armani e borsette Hermes, appartamenti di lusso e conti bancari a 7 zeri: in poche parole prendono l’immaginario della ricchezza del videoclip “Lamborghini” di Gue, Sfera Ebbasta e Elettra Lamborghini, aggiungendoci qualche camicia e doppiopetto. Esattamente come sostenevano i golden boy della trap degli anni d’oro, tutto questo può essere tuo solamente se lo desideri abbastanza: la povertà non è infatti una condizione socio-economica, ma una questione di mentalità. Sei povero perché pensi da povero, per diventare ricco basta che fai leva su te stesso e desideri abbastanza la ricchezza. Il continuo parlare e mostrare soldi, bellissime ragazze, macchine di lusso tipico dei fuffaguru serve a questo: spingerti a desiderare quello che vedi così fortemente da “alzare il culo” (uno dei loro slogan preferiti) e chiamarli per averlo.
Mindset, internet e social: la strada alla ricchezza
Ma non basta il mindset ovviamente, né il mindset spiega in sé il perché chi ce l’ha e ci ha fatto i soldi voglia insegnartelo. Oltre a volere i soldi con volontà ferrea i fuffaguru hanno cercato a lungo (alcuni dicono per mesi, altri addirittura per anni) nel web, trovando alla fine il Sacro Graal: il sito, il software, il fondo d’investimento, la banca, il corso (dipende da cosa vende il fuffaguru) nascosto che gli ha permesso di svoltare. Ovviamente i fuffaguru non dicono mai dove hanno trovato il Sacro Graal della ricchezza infinita, dicono solamente che l’hanno trovato e adesso lo condivideranno anche con te, perché loro -come te- non sono nati ricchi, sanno cosa significa fare la fame, e siccome lo sanno non si comportano come i nati ricchi che si tengono per sé la ricetta del successo, ma come Robin Hood sono disposti a condividerla in cambio di qualche migliaio di euro. Sono in poche parole degli arricchiti antisistema: hanno trovato quel che il sistema ti vuole nascondere, l’hanno trovato nell’unica falla del sistema (l’internet libero), e te lo rivelano perché anche tu possa fregare il sistema, che ti vuole povero, diventando ricco senza sforzo. La retorica è la stessa dei primi trapper: grazie a Youtube e Instagram hanno scoperto come generare soldi infiniti bypassando (non abbattendo) il sistema delle case discografiche e la mafia delle popstars.
Fuffa, truffa e haters
Ormai sono numerose le inchieste televisive e giornalistiche che denunciano i metodi truffaldini dei fuffaguru, nonché i profili Instagram satirici che ne sfottono la retorica e l’immaginario. Eppure il loro successo non sembra risentirne troppo: i fuffaguru vendono ai loro followers il numero crescente di haters come la prova del loro successo, dato che dimostra come i guardiani del sistema (i giornalisti, le tv, gli esperti di finanza, la polizia) e i servi del sistema (i poveri) li attacchino appunto perché il loro metodo funziona, e quindi il sistema reagisce tentando di infangarli. Per quanto sembri impossibile, questa retorica funziona: il numero di persone di ogni età e classe sociale che si rivolge a questi guru non diminuisce, ma anzi aumenta.
Chi sono le vittime di fuffaguru?
Nonostante il linguaggio e l’estetica dei fuffaguru sia mutuato dalla trap, in realtà la loro fanbase è socialmente e anagraficamente trasversale. L’unico comun denominatore è la scarsa o nulla conoscenza economico-finanziaria, per il resto troviamo di tutto: neolaureati in materie umanistiche senza lavoro, metalmeccanici cinquantenni appena divorziati, negozianti in crisi economica, neodiplomati spaventati dal mondo del lavoro, commesse frustrate dalle basse paghe, impiegati comunali ludopatici. Tutte persone che per un motivo o per l’altro sono spaventate dal futuro, terrorizzate da una vita lavorativa noiosa e senza sbocchi, hanno subito perdite affettive e/o economiche e quindi cercano una via di fuga al dolore.
Il roseo futuro della fuffa
Per quanto sembri impossibile, il futuro dei fuffaguru sembra attualmente assicurato. Nonostante qualche episodio di arresto o di screditamento in seguito ad inchieste giornalistiche, il numero di fuffaguru sembra crescere costantemente, evidentemente perché trovano un mercato ricettivo alla loro proposta. Più complesso è capire se i soldi che dicono di avere nei reel di Instagram siano reali o meno: fra quelli indagati dalla guardia di finanza non c’erano milionari, ma elementi che avevano accumulato qualche decina di migliaia di euro in banca in mesi di truffe, molto meno dei milioni che millantavano su Instagram. Altro problema è se gli appartamenti, le auto di lusso, ecc che mostrano sui social siano veramente loro: secondo le inchieste giornalistiche e le indagini dei finanzieri, gran parte dei beni di lusso mostrati nei reel sono noleggiati, oppure appartengono ad aziende con sede a Dubai di cui è difficile capire chi sia esattamente il proprietario. Ma dopottutto poco importa quanti soldi abbiano e quante lambo tengano in garage: ciò che conta è che vendono un sogno capace di sedurre i fragili e i disperati.