Attualità
Fase 2, tutti in fila per fare il test sierologico: ma a cosa serve esattamente? E qual è la differenza con il tampone?
Con l’inizio della Fase 2 e dopo il via libera accordato da diverse Regioni, Lombardia in testa, alla possibilità di eseguirli anche in laboratori privati, è partita la corsa ai test sierologici a pagamento.
Ma a cosa servono esattamente? E qual è la differenza tra test e tamponi?
Il tampone nasofaringeo indica la presenza in atto del virus, rilevando l’Rna virale. Significa che chi è positivo, in quel preciso momento, ha il virus in circolo. Attualmente il tampone è l’unico strumento affidabile per accertare l’infezione da Covid-19. Il test sierologico svela, invece, se si è venuti a contatto con il virus e se si sono sviluppati gli anticorpi. Due i parametri per capirlo: gli IgM che compaiono qualche giorno dopo l’infezione e potrebbero significare che la malattia è ancora in atto, e gli IgG che indicano l’avvenuto contatto con il virus, se si sono sviluppati gli anticorpi e di conseguenza l’immunità. In caso di positività è necessario sottoporsi comunque al tampone rimanendo nel frattempo in isolamento.
Quanto costa il test sierologico?
I test sierologici costano mediamente tra i 4 e i 7 euro alle Regioni e tra i 25 e i 50 ai privati cittadini. In Lombardia i test sono stati sviluppati in collaborazione con l’ospedale San Matteo di Pavia. L’esecuzione avviene prevalentemente per gli operatori sanitari e i contatti dei casi sintomatici (dopo 14 giorni) ma da qualche giorno anche i privati cittadini possono richiederlo. In Piemonte, dopo personale sanitario e datori di lavoro che hanno richiesto il test per i dipendenti, potranno chiederlo anche i privati. In Emilia Romagna i cittadini potranno richiederlo a proprie spese (con un costo intorno a 25 euro) in 25 laboratori autorizzati, ma su prescrizione di un medico. Anche in Veneto un cittadino può farlo a proprie spese e, in caso di positività, deve chiedere al medico di famiglia la prescrizione.
Cosa succede in caso di positività agli anticorpi
Tutti i positivi al test sierologico, sia privati cittadini sia dipendenti delle aziende che hanno richiesto lo screening, devono fare il tampone naso-faringeo, che sarà a effettuato dalla sanità pubblica o da laboratori privati. Chi risulta positivo al test sierologico dovrà sottostare all’isolamento precauzionale, in attesa del tampone.
In particolare, in caso di positività, il direttore sanitario del laboratorio deve avvisare il Dipartimento di Sanità Pubblica della necessità di eseguire il tampone da parte del cittadino o dei risultati del tampone stesso, nel caso il cittadino ritenga di eseguirlo a proprio carico presso il medesimo laboratorio. Al tempo stesso, deve comunicare al cittadino con esito positivo la necessità di contattare il numero telefonico di riferimento per fissare il luogo e il momento nel quale recarsi, con le necessarie protezioni, presso le strutture aziendali per eseguire il tampone e di porsi da subito in isolamento precauzionale a domicilio in attesa dell’appuntamento per l’esecuzione e del risultato del tampone.
I risultati dei test sierologici, sia sui privati cittadini che sui dipendenti di aziende, sono trasmessi direttamente dal laboratorio al Servizio di Igiene pubblica e caricati sul sistema Sole e sul Fascicolo sanitario.
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