Attualità
Facebook armato contro razzismo e fake news
Gli scorsi giorni Mark Zuckerberg, presidente e fondatore di Facebook Inc. ha preso una posizione chiara e decisa contro il razzismo e l’antisemitismo.
Un nuovo algoritmo contro il razzismo
Pare che il social più utilizzato al mondo stia per introdurre un nuovo algoritmo, che farà controlli più serrati sui contenuti xenofobi, razzisti o antisemiti. Il tiro alla fune tra l’azienda dei social e il movimento Black Lives Matter, che voleva contribuire attivamente alla stesura della nuova policy dei social network, pare aver trovato un primo compromesso.
Nuovi limiti alle bufale
Se da un lato i post razzisti o antisemiti verranno oscurati più velocemente, dall’altro anche la battaglia alle fake news passerà ad uno stadio superiore. Tutto è nato dall’emergenza Covid. C’è necessità di notizie vere, ed è necessario poter distinguere subito le informazioni autorevoli di cui ci si possa fidare. Così facebook farà in modo che a chiunque si appresti a leggere un articolo sul Covid, comparirà una finestra che citerà la fonte e la data di pubblicazione.
La proposta, balenata a giugno scorso, intende “dare agli utenti le informazioni di cui hanno bisogno per prendere decisioni informate in merito a cosa condividere su Facebook, specialmente quando si tratta di contenuti sul Covid-19”, come spiega la società stessa, che precisa che la finestra anti-bufale non comparirà per i post emessi da Oms e altri organi riconosciuti. Le bufale infatti, nel periodo di pandemia, si sono moltiplicate a dismisura, fino a coinvolgere i discorsi di personaggi politici e non molto importanti, come il presidente statunitense Donald Trump e il suo omologo brasiliano Jair Bolsonaro, le cui scelte hanno reso critica la fase di contrasto al virus.
Censura e libertà
Tra aprile e giugno, il colosso di Zuckerberg aveva rimosso 7 milioni di post che diffondevano fake news sul coronavirus, e aveva etichettato ben 98 milioni di altri post come inaffidabili. La questione dell’informazione gestita da un colosso privato è accesa, perché il limite tra censura benevola e censura autoritaria è, oltre che convenzionale, debole e sempre pronto a sbilanciarsi.
Clicca qui per seguire OA Sport su Instagram
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
Crediti foto: LaPresse