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Emergenza Covid, nel nuovo Dpcm l’Italia divisa in zona rossa, arancione e gialla: ecco cosa succederà

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Tre zone, una rossa, una arancione e una gialla. Sono i tre scenari di rischio che nel nuovo Dpcm atteso per la giornata di oggi indicheranno le zone da sottoporre a restrizioni in base all’andamento della pandemia da Coronavirus in Italia. Sono tre attualmente le Regioni che presentano lo scenario peggiore, vale a dire Piemonte, Lombardia e Calabria: in tutte e tre i 21 indicatori utilizzati dagli esperti del Comitato tecnico scientifico e del ministero della Salute segnalano una situazione da allarme rosso per capacità di diffusione del virus, focolai e occupazione dei posti ospedalieri, con numeri altissimi. Gli ingressi e le uscite dai tre scenari disegnati dal governo saranno decisi con ordinanza del ministero della Salute.

Accanto a restrizioni nazionali, come il coprifuoco serale in tutta Italia (stando all’ultima ipotesi, a partire dalle 21), queste tre Regioni rischiano di dover adottare subito le misure più restrittive. L’ultimo monitoraggio del ministero della Salute e dell’Iss, relativo alla settimana 19-25 ottobre, assegnava all’Italia un Rt nazionale a quota 1,70. Un numero che nel nuovo report previsto proprio oggi 3 novembre potrebbe avvicinarsi a 2, con un netto peggioramento della capacità del sistema sanitario di rispondere all’emergenza. Sono già 15 infatti le regioni dove si calcola che le terapie intensive andranno in crisi nel giro di una trentina di giorni.

In Italia ci sono attualmente ben 11 regioni descritte a “rischio elevato”: sono Abruzzo (Rt 1,4), Basilicata (Rt 1,04), Calabria (Rt 1,66), Liguria (Rt 1,54), Lombardia (Rt 2,09), Piemonte (Rt 2,16), Puglia (Rt 1,65), Sicilia (Rt 1,42), Toscana (Rt 1,41), Valle d’Aosta (Rt 1,89) e Veneto (Rt 1,46). Sotto la lente del Cts per l’ingresso nello scenario rosso ci sono altre cinque regioni e una provincia autonoma: Campania, Liguria, provincia autonoma di Bolzano, Valle d’Aosta, Liguria e Puglia.

Le misure per le zone rosse

In caso di rischio alto/molto alto, dunque rosso, per almeno tre settimane consecutive, sono previsti interventi straordinari, che partono dal distanziamento fisico, con chiusura di locali notturni, bar, ristoranti, inizialmente solo in orari specifici, per evitare, per esempio, la movida. Poi con maggiori rigidità e restrizioni generalizzate o localizzate. L’allarme rosso porta alla chiusura di scuole e università, con attivazione di lezioni a distanza, a limitazione della mobilità nelle zone ad alta trasmissione, al lavoro agile in aree specifiche. Previsto il potenziamento degli alberghi Covid, l’attivazione di personale aggiuntivo a supporto del dipartimento Covid e una rimodulazione dell’attività di screening e di contact tracing. Sono anche previste restrizioni locali temporanee, per almeno tre settimane, su base sub-provinciale per le zone rosse. L’Rt delle regioni sottoposte alle misure da zona “rossa” è superiore a 1,5.

Le misure per le zone arancioni

Lo scenario arancione, è quello classificato con rischio settimanale moderato (Rt fra 1,25 e 1,50) e prevede anche la definizione delle situazioni interne alla regione dove il rischio è più elevato (circolazione in comuni, province, focolai scolastici). Previste precauzioni in aree e contesti specifici a maggior esposizione. Possibilità di chiusura di attività, sospensione di eventi e limitazione della mobilità in specifici ambiti regionali (comuni o province). Per scuole e università si punta a favorire lezioni scaglionate mattina e pomeriggio, se utile ad aumentare gli spazi. E mascherina anche in situazioni statiche. Possibilità di sospensione di alcuni insegnamenti a rischio più elevato: educazione fisica, lezioni di canto o di strumenti a fiato, laboratori a uso promiscuo. Per gli studenti della secondaria di secondo grado e per le università parte delle lezioni saranno a distanza. Prevista la chiusura temporanea di scuole e università in funzione di casi Covid. Obbligo di mascherine anche all’aperto, interruzione della attività sociali a rischio assembramento.

Le misure per le zone gialle

Nelle zone gialle, dove la circolazione del virus è bassa o molto bassa, previsti interventi ordinari, come l’isolamento dei casi positivi, la quarantena dei contatti e una serie di precauzioni standard che fanno già parte della vita quotidiana di ognuno di noi: uso delle mascherine, distanziamento fisico, igiene individuale e ambientale. Si punta a favorire lezioni scaglionate mattina e pomeriggio, se utile ad aumentare gli spazi. Possibilità di sospensione di alcuni insegnamenti a rischio più elevato: educazione fisica, lezioni di canto o di strumenti a fiato, laboratori a uso promiscuo.

 

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