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Effetto Covid, meno screening e ritardi delle diagnosi di tumore

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In cinque mesi, a causa della pandemia, in Italia sono stati effettuati 1,4 milioni di screening per i tumori in meno rispetto al 2019. Un dato allarmante se si pensa che la prevenzione non può aspettare. Il tempismo, infatti, è quell’ingrediente che fa sì che la prevenzione resti tale e non diventi cura. Secondo l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) si potrebbe verificare un aumento dei decessi per tumore nel medio periodo, proprio a causa della scarsità dei controlli.

L’Associazione si sofferma sugli effetti “misurabili” del Covid-19 nella cura di tutti i tumori. Se i tumori vengono diagnosticati in fase più avanzata, infatti, sarà più difficile intervenire. Per fare qualche esempio, i tumori al seno scoperti quest’anno sono 2.099 in meno rispetto a quelli dell’anno scorso, quelli al colon 611 in meno. Come sottolinea il presidente di Aiom, Giordano Beretta, in questo modo in futuro ci sarà un minor spazio di intervento e saranno necessarie maggiori risorse per le cure.

Anche se l’incidenza della pandemia non è più quella di marzo e aprile, il sistema di prevenzione – fatto di controlli e screening – non è ancora ripreso a dovere. O almeno non ovunque. Così potremmo portarci dietro gli effetti della pandemia per anni, anche dopo la scoperta di un vaccino. Secondo il National Cancer Institute degli Stati Uniti, i decessi a causa di tumori potrebbero essere 10mila in più nei prossimi 10 anni. In Regno Unito le stime prevedono un aumento della mortalità del 16,6% nei prossimi 5 anni per tumori al colon-retto e del 9,6% per quelli al seno.

Tra gli ostacoli da superare, c’è poi anche quello della paura di recarsi in ospedale o negli ambulatori per le visite mediche. Anche se proprio l’ospedale è il luogo dove i protocolli anti-Covid sono maggiormente rispettati. Secondo Beretta, per compensare – in parte – i ritardi, è necessario aumentare i fondi destinati alla ricerca e alla prevenzione. Per questo una parte della somma che l’Italia percepirà con il Recovery Fund dovrebbe essere destinata all’oncologia e alla lotta ai tumori.

La questione di un’effettiva ripresa dei controlli sarà centrale al Congresso della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo) che parte oggi online e durerà fino al 21. La pandemia rischia – infatti – di vanificare gli sforzi della ricerca e riportare indietro i livelli di mortalità. “Ubi maior, minor cessat” dicevano i latini, ma che si fa quando non ci sono minor ma solo maior?

 

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Crediti foto: LaPresse