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Cronaca Nera

‘Un giorno in Pretura’, questa sera il processo per l’omicidio di Janira D’Amato, uccisa con 49 coltellate (VIDEO)

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Un processo per femminicidio è al centro della nuova puntata  di ‘Un giorno in Pretura‘, il programma di Roberta Petrelluzzi in onda sabato 14 novembre alle ore 00,30, puntata dal titolo ‘I sogni infranti di Janira‘.

La vittima è una ragazza di venti anni, Janira D’Amato, barbaramente uccisa nell’aprile 2017 a Pietra Ligure dall’ex fidanzato Alessio Alamia, reo confesso. Tramite le voci e i racconti di familiari e amici si ripercorre la storia d’amore tra i due, che appena dopo un anno rivelerà i suoi aspetti più malati. Sarà il desiderio di emancipazione di Janira, che vuole costruirsi un futuro lavorando sulle navi da crociere, la causa scatenante di questo delitto.

Ci troviamo di fronte ad un raptus o ad una calcolata premeditazione? Secondo la pubblica accusa la seconda ipotesi, dal momento che viene anche contestato il reato di stalking. Su questo la corte di Savona è chiamata a giudicare.

L’omicidio è avvenuto il 7 aprile 2017 nella sua casa di Pietra Ligure, dove Janira fu prima aggredita e poi uccisa con 49 coltellate inflitte con un coltello lungo circa 12 centimetri. Un delitto brutale confessato dal giovane ex fidanzato 22enne nel corso del processo a suo carico nel quale ha anche ripercorso le tappe brutali dell’omicidio.

Siamo scesi in salotto. Lei mi ha dato l’anello e mi ha detto ‘tanto ora lo dai ad un’altra ragazza’. Io gli ho detto che non ero quel tipo di ragazzo e poi è successo il fatto…Quante volte l’ho colpita non lo so. Potevo vedere e sentire, ma non controllare il mio corpo. E quindi è come se non stessi facendo il reato”, si è giustificato Alamia in aula, prendendo la parola nel processo che lo vede imputato per l’omicidio volontario premeditato della sua ex.

L’ho colpita al collo e lei è caduta all’indietro. Mi ha detto ‘no no fermo’, ma io ho fatto il delitto… ero sopra di lei.. e l’ho colpita”. Alamia si sarebbe reso conto di quanto stava accadendo solo dopo aver sentito il “tac” del coltello ad indicare la rottura della lama.

Condannato in primo grado, nel gennaio dello scorso anno, alla pena dell’ergastolo, pena confermata anche in Appello 11 mesi dopo.

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Crediti foto: janiradamato/Instagram