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Vertice Ue su vaccini. Premier Draghi: “Priorità alle prime dosi”

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Il modello Johnson per la somministrazione dei vaccini sembra aver affascinato anche i capi dei Paesi europei stricto sensu. L’idea del premier inglese per abbattere la possibilità di nascita di nuove varianti è stata infatti di inoculare alla maggior parte della popolazione possibile la prima dose di vaccino, che già abbasserebbe drasticamente il rischio di contagio e soprattutto di sviluppare una sintomatologia grave. Questa ‘tattica’ aveva destato le critiche da più fronti, soprattutto in virtù del fatto che così facendo si ritarda la somministrazione della seconda dose.

Oggi i capi di Stato dei Paesi membri Ue si sono riuniti in video conferenza per affrontare i punti caldi del tema vaccini. “Occorre andare più veloce”, ha sollecitato il premier italiano Mario Draghi in particolare, rispetto alla diapositiva sulle consegne delle dosi nel secondo e nel terzo trimestre, mostrate dalla presidente Ursula Von der Leyen, che non danno la sicurezza sperata.

Draghi ha poi espresso il proprio parere favorevole all’inoculazione della prima dose, avvalorato “dalla letteratura scientifica”, e ha richiamato a un modello come quelli Usa e Uk in cui si trattengono i vaccini prodotti. C’è bisogno, per avere le dosi necessarie, di guardare ad Est, alla Russia e all’Asia, di velocizzare le pratiche di autorizzazioni. Unica nota critica del suo discorso, la dichiarazione su Covax, progetto europeo di solidarietà con i paesi più poveri. Draghi ha detto che in questo momento sembrerebbe una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini Ue, che già vedono le campagne vaccinali andare a rilento.

“L’Ue si doterà della capacità di produrre dalla fine dell’anno vaccini in modo più autonomo e in modo permanente, dal momento che sembra verosimile che dovremo vivere a lungo con questo virus”, ha promesso invece il presidente francese, Emmanuel Macron, nella conferenza stampa finale. Draghi aveva avuto un colloquio privato con Macron prima del Consiglio. Il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli, invece, si è dichiarato estremamente contrario agli accordi bilaterali presi dai singoli paesi membri.

Ottimista anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel:”Sul fronte della vaccinazione le prossime settimane resteranno difficili, ma vorrei trasmettere un messaggio di speranza e ottimismo perché disponiamo dei mezzi e delle risorse per garantire l’uscita da questa crisi”

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