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Tosca canta Mameli per la Croce Rossa e per un nuova Liberazione – VIDEO

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Ci lascia nuovamente senza fiato Tosca. Tornata alla ribalta nazional-popolare con la partecipazione al Festival di Sanremo 2020, fa suo il Canto degli Italiani. Quel canto dei militanti del Risorgimento, scritto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro nel 1847, che è poi diventato di diritto, con una legge del 2017, il nostro Inno Nazionale. Ora, nel cuore del Coronavirus e nel giorno del 75° anniversario della Liberazione, implora unità nazionale per un nuovo 25 aprile. E a eseguirlo per la diretta social #iorestolibero di Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) e 25aprile2020.it non è né un coro né una banda, ma una cantante solista. E che cantante! Una dolcissima Tosca –  accompagnata da Massimo De Lorenzi alla chitarra e da Giovanna Famulari al violoncello –  fa dell’Inno di Mameli un’intima ballata folk.

Dopo “Ho amato tutto”, il gioiello di Sanremo 2020, e “Tu, io e domani”, a sostegno della Protezione Civile con Joe Barbieri e altri amici-colleghi, è il “Canto degli italiani” il nuovo singolo di Tosca. Dal 10 aprile è disponibile in tutti gli store digitali e l’incasso sarà interamente devoluto alla Croce Rossa Italiana insieme ai proventi di una raccolta fondi destinata all’acquisto di materiali di protezione per i volontari della Croce Rossa. Clicca QUI per la donazione.

VIDEO

Il video del singolo, registrato in presa diretta nei giorni della quarantena, è online sul canale YouTube Tosca Official.

DICHIARAZIONI

La cantante e attrice romana ci tiene a raccontare com’è nata l’idea di realizzare la cover di un brano che torna, puntuale, sulla bocca di chi ha coscienza storica.

«Quando è scoppiata questa epidemia, molti sono stati gli amici operatori del settore di assistenza civile e sanitaria che mi hanno chiesto sostegno. Una parola, un video, un incoraggiamento… Una sera, ancora non avevo capito la gravità della cosa, mi chiama Francesco Rocca, il presidente della Croce Rossa. Collaboro con loro da molti anni, ma il presidente mi chiama di rado e sempre per cose molto serie. Inizia una telefonata, mi chiede un appello, a stare a casa ma soprattutto a donare per i suoi volontari. Non capisco. Perché per i suoi volontari? Perché giorno dopo giorno perdono la vita per mancanza di dispositivi di protezione. Mi racconta un ragazzo del nord, di 35 anni, che ha lasciato moglie e due figli ed è morto (uno dei suoi più validi collaboratori) per avere contratto il virus e lavorato senza protezione. Piange… mi chiede scusa… “Era una persona speciale… perdona la commozione. Aiutaci, se puoi.” 

Ecco, in questi momenti ti senti morire… vorresti fare, dare e fare tutto, ma… sei solo una piccola goccia in un oceano… Si ma se penso così non mi muovo più… bene, rivoltiamo il concetto… una goccia, la mia più tante gocce, le vostre che ascoltate e donate diventeranno oceano. Proviamoci. Ed ho pensato di incidere, alla mia maniera, con i miei musicisti, la canzone che è nel sangue di ogni italiano. L’inno degli italiani: “L’inno di Mameli”. Quella che ci rende fieri di fronte a qualsiasi cosa. E l’ho pensata come una preghiera. Un richiamo ancestrale, che ci protegga come la carezza di una madre, e che ognuno di noi la canti come vuole sussurrata o urlata, solenne o leggera, con le parole sbagliate, anche con quello stesso senso di vergogna che a volte ci viene quando seduti sul divano vediamo i nostri eroi sportivi cantarla fra le labbra e vorremmo essere lì vicino a loro. Che ognuno la canti, la urli, la sussurri… ma che la canti. Per sentirci uniti e fieri. 

La nostra canzone, quella che un ragazzo di 21 anni tanti anni fa dedicò alla sua patria, oggi io la dedico alla stessa maniera al grande cuore del mio Paese. In punta di piedi. Vi voglio bene, Tosca»

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Crediti Foto: LaPresse

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