Coronavirus
RUBRICA. Consigli contro il Covid. Episodio 15: Isole rosso vergogna
Le due più grandi Isole del Mediterraneo, Sardegna e Sicilia, sin dai primi di Marzo sembravano “veleggiare”
verso la primavera in maniera tranquilla. Entrambe uscite dalla zona rossa erano addirittura in bianco
(unica Regione in Italia, la Sardegna) ed in giallo (la Sicilia) nella classica definizione a colori dell’Italia.
Tutto aperto, compresi a pranzo ristoranti e bar. Poi arriva la ridefinizione dei colori per Pasqua e quasi
contemporaneamente ci rendiamo conto di come abbassare la guardia con questo virus, quando ancora
non si è raggiunto un numero adeguato di persone vaccinate e immuni, sia deleterio.
Infatti dopo il “triduo pasquale” in rosso dell’intera Nazione, sia la Sardegna che la Sicilia in pochi giorni
sono ritornate a colori tra i più scuri tra quelli che ci sono in Italia.
La Sardegna da poche ore è infatti tornata in zona rossa con l’indice Rt (1,54) più alto in Italia ed una
impennata dei contagi e delle ospedalizzazioni che preoccupa.
La Sicilia è prima diventata “rosso vergogna” per le indagini svolte dalla Procura di Trapani in base
alle intercettazioni di alcuni componenti dell’Assessorato Regionale alla Salute sulla gestione dei dati
relativi a tamponi e decessi del COVID da Ottobre 2020 a Marzo 2021. Ciò ha portato ad un ricalcolo dei decessi con 258 persone morte a causa del COVID nelle settimane passateche si sono andate ad aggiungere alle circa 5 mila vittime siciliane da inizio Pandemia.
In realtà, la Regione veleggia con un indice Rt decisamente sopra l’1 (1,24) e in particolare la Provincia
di Palermo da qualche giorno è diventata “rosso vergogna” perché al momento è una di quelle in Italia con
l’indice di contagio tra i più alti (circa 250 casi per 100 mila abitanti), di fatto costringendo il Presidente
della Regione ad imporre una zona rossa provinciale per 14 giorni.
Purtroppo si conferma che anche il Covid, come tante altre patologie infettive e cronico degenerative,
colpisce maggiormente le fasce di popolazione di livello sociale ed economico più basso. A Palermo per
esempio, una città di oltre 600 mila abitanti, sono i quartieri poveri (Brancaccio, Zen, Arenella) i più colpiti.
Purtroppo proprio le persone che spesso hanno più difficoltà ad accedere alle cure mediche sono quelle
che per ignoranza, disinformazione, sottovalutazione del rischio si contagiano di più e vanno a creare dei
veri e propri maxi-focolai.
Non è un caso che Palermo sia la patria di “Angela da Mondello” che sottovalutando il Covid girava il
video della sua “canzone” in un autolavaggio di Brancaccio, o la patria di “Matteo che arrostisce sui tetti”
dello Sperone (quartiere limitrofo a Brancaccio) a Pasquetta 2020 con l’iconico arrivo dell’elicottero dei
Carabinieri dall’alto per spegnere le braci.
Ma per fortuna la Sicilia non è solo quella dell’ignoranza di tanti nostri concittadini. È anche e
soprattutto quella di tanti operatori sanitari (anche volontari) che lottano sul campo per vaccinare quante
più persone possibili il prima possibile, di tanti bravi cittadini che aiutano il prossimo, di tanti Parroci e
volontari che hanno messo a disposizione le Chiese Siciliane il Sabato Santo per vaccinare i propri
parrocchiani, di tanti Docenti che continuano ad insegnare nelle Scuole e nelle Università per elevare il
livello socioculturale di questa terra, di tante Forze dell’Ordine che cercano di fare il possibile per far
rispettare le regole…e di tanto e molto altro.
Bella notizia della Settimana: 2 milioni di vaccini 7 giorni…l’Italia ha accelerato sulle vaccinazioni ma non è
ancora abbastanza!
Cattiva notizia della Settimana: Circa un over 80 su tre residente in Italia non ha ANCORA ricevuto la prima
dose di vaccino…è abbastanza chiaro su dove dobbiamo accelerare!
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Immagine: Shutterstock.com