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Coronavirus: aumento di contagi in Italia ma è record di tamponi

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A causa del nuovo aumento di contagi da coronavirus, le regioni italiane hanno assunto nuovamente una funzione fondamentale nella monitorazione dei focolai e nella instaurazione nelle aree più colpite di regole più stringenti.

Le regioni italiane più colpite sono la Lombardia, che ieri ha registrato oltre 2.000 nuovi positivi, la Campania, con1127 tamponi risultati positivi e il Piemonte con 1033 casi, compresi alcuni non registrati il giorno precedente.

Confronto con i dati di marzo

Complessivamente in Italia sono stati contati ieri 8.804 nuovi casi e 83 morti. Le ospedalizzazioni aumentano, seppur rimanendo lontane dai dati di marzo: I pazienti ricoverati con sintomi sono 5.796, mentre i malati più gravi in terapia intensiva sono 586. Il 30 marzo i ricoverati con sintomi erano 27.795, mentre i ricoverati in terapia intensiva 3.981, eppure il 30 marzo i nuovi casi erano poco più di 4.000, in netto ribasso, va detto, ai giorni precedenti, e venivano svolti sulla popolazione più di 60.000 tamponi in meno (ieri sono stati eseguiti 162.932 tamponi, record per l’Italia, mentre il 30 marzo 23.329, nemmeno un sesto di quelli di ieri).

Regioni preoccupate dall’aumento di contagi

Nonostante questo, molte regioni hanno irrigidito le restrizioni, forzando le linee dettate dal governo. Oltre al caso della Campania, dove de Luca ha chiuso le scuole per tutto ottobre, la regione Lombardia ha prolungato l’ordinanza che vietava ai famigliari di far visita ai parenti che risiedono nelle Rsa, che come abbiamo avuto purtroppo modo di sperimentare in primavera sono un luogo ad alto rischio per la diffusione del virus.

In Liguria invece il presidente della regione Giovanni Toti ha annunciato nuovi accordi con i medici di medicina generale, che potranno effettuare direttamente i test rapidi. Una politica di tracciamento capillare permetterà di isolare eventuali focolai, chiudendo solo determinate zone del paese, come sta già accadendo ad esempio in Gran Bretagna.

Giuseppe Conte parla di possibilità concrete di lockdown mirati per le zone dove la diffusione cresce esponenzialmente, studiati perché la maggior parte del paese possa rimanere in moto.

 

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Crediti immagine: LaPresse