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Coronavirus, i bambini sono immuni? Sono asintomatici? Sono contagiosi? Molti gli studi sul tema, spesso in contrasto tra loro

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I bambini, che mondo sconosciuto! E il loro rapporto col Coronavirus ne è proprio il caso lampante. Alcuni studi li considerano immuni o quasi, altri li vorrebbero non immuni ma asintomatici, altri asintomatici ma non contagiosi ed ora è uscito un nuovo studio che dice che in realtà si ammalano molto più di quel che non si pensi.

Secondo quanto riportato da Giuseppe Mele, presidente Simpe, a margine dell’incontro del direttivo nazionale, con l’apertura delle scuole a settembre sarà inevitabile la diffusione del contagio tra i bambini, che a loro volta lo riporteranno a casa, con il rischio reale di un nuovo picco epidemico. Per cui sarebbe opportuno iniziare a ragionare su come evitare la promiscuità nelle classi, favorendo il distanziamento tra i banchi e tra i bambini, riorganizzando dunque tutti gli spazi.

Inoltre, “sarà fondamentale fornire da subito tutti quegli strumenti che possano consentire una indagine sierologica, da confermare con il tampone e naturalmente attivarsi per essere in grado di distinguere da subito i sintomi da Covid-19 leggerì, tipici dei bambini, da quelli influenzali o para-influenzali“.

Per questo chiediamo l’obbligatorietà della vaccinazione antinfluenzale per i bambini da 6 mesi a 14 anni. Lo chiediamo ora, per settembre-ottobre, quando normalmente viene emanata la circolare ministeriale che indica le fasce che dovranno essere interessate dalla vaccinazione. Avere la popolazione pediatrica vaccinata nella sua totalità significherà contribuire a comprendere, nel momento in cui si ripresenterà, chi avrà il virus del Covid-19. Questo significa agire sulla patologia di comunità. Un approccio completamente differente da quello utilizzato finoraprosegue Mele.

Di contro c’è uno studio pubblicato sulla rivista Clinical Infectious Diseases che li vedrebbe come portatori di Covid-19 solo in casi molto rariÉ possibile che i bambini, poiché non presentano molti sintomi e hanno una bassa carica virale, trasmettano poco di questo nuovo Coronavirus“, ha dichiarato l’epidemiologo di Santé Publique France Kostas Danis all’agenzia France-Presse.

A smentire questo studio, il professor Alberto Villani, Presidente della Società italiana di pediatria (Sip), membro del comitato tecnico scientifico per l’emergenza Coronavirus nonché primario del dipartimento Malattie infettive dell’ospedale Bambino Gesù, il quale in un’intervista a Il Messaggero, alla domanda se la sintomatologia del Covid-19 su un soggetto in età pediatrica sia diversa da quella di un adulto, ha risposto così: “No, purtroppo non c’è alcuna differenziazione. I sintomi sono gli stessi. Quello che sta accadendo in Italia è che nei bambini i sintomi sono più lievi ma credo per le misure che sono state adottate. Perché come stiamo purtroppo vedendo in alcuni Paesi esteri, soprattutto nei pre-adolescenti possono esserci delle forme gravi. A maggior ragione bisogna essere estremamente prudenti”.

Molte teorie a confronto, ma è possibile che la verità la scopriremo solo quando torneranno a frequentare la scuola gli ambienti sportivi.

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Crediti foto: LaPresse