Attualità
Come hanno risposto all’emergenza i maggiori Paesi UE? Misure a confronto
I più grandi Paesi dell’Unione Europa hanno affrontato l’emergenza in modo simile ma stanziando cifre diverse. Stiamo parlando di Italia, Germania, Francia e Spagna. Come hanno risposto alla crisi da Coronavirus? Secondo i dati raccolti dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi) e dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) le cifre stanziate dai questi Paesi vanno dagli oltre 1.000 miliardi della Germania, fino agli 80 miliardi dell’Italia. Tutti hanno implementato un sistema di aiuti e prestiti, ma vediamo differenze e similarità.
Germania
Il primo piano varato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel è stato il ricorso al deficit per 156 miliardi di euro. Era il 23 marzo. Di questi 156 miliardi, una parte sono stati destinati alle piccole imprese e ai lavoratori autonomi. Un’altra parte è stata utilizzata per permettere di rimandare il pagamento delle tasse a fine anno. Infine, una porzione è stata spesa per il sistema sanitario con l’acquisto di dispositivi di protezione per medici e addetti ai lavori. La Germania è intervenuta anche sulla liquidità, potenziando i prestiti pubblici per le imprese con una cifra di 822 miliardi.
Proprio qualche giorno fa la Germania ha poi previsto un altro piano con 65 miliardi rimasti inutilizzati dalla prima manovra (quella da 156 mld), a cui ha aggiunto altri 65 miliardi. Il pacchetto da 130 miliardi coprirà la riduzione dell’Iva dal 19% al 17% e dal 7% al 5% fino a fine anno, oltre a misure per l’economia sostenibile e digitale. Nel complesso la Germania ha di poco superato la cifra di 1.000 miliardi per affrontare l’emergenza Covid.
Francia
Il 15 aprile il governo di Emmanuel Macron ha previsto un aumento della dotazione fiscale fino a 110 miliardi. Il governo francese è intervenuto a sostegno della disoccupazione parziale che interessa 8,7 milioni di lavoratori e delle piccole e medie imprese con l’istituzione di un fondo. Questa misura si aggiunge ad una serie di garanzie sui prestiti già esistenti per un totale di 315 miliardi.
Altri 40 miliardi sono stati poi stanziati dalla Francia sotto forma di spese e prestiti per i comparti dell’economia più in difficoltà, come il turismo e l’automotive. La Francia arriva così ad uno stanziamento complessivo di circa 465 miliardi.
Spagna
La Spagna ha dato una risposta iniziale di 35 miliardi all’emergenza. Una grossa parte è servita a potenziare il sistema sanitario, a sostenere i lavoratori autonomi e ad erogare i sussidi di disoccupazione. Mentre il resto è servito a garantire la flessibilità nella corrispondenza delle imposte e per coprire l’esenzione dell’Iva sui dispositivi medici fino al 31 luglio 2020.
Anche il governo spagnolo ha poi previsto delle garanzie pubbliche per i finanziamenti alle imprese e ai lavoratori autonomi per 100 miliardi. Il totale stanziato dalla Spagna per far fronte all’emergenza è – dunque – di 135 miliardi.
Italia
Con il decreto Cura-Italia del 17 marzo il governo ha stanziato la cifra di 25 miliardi a sostegno di famiglie, lavoratori e imprese anche attraverso prestiti a condizioni agevolate. Il decreto è diventato legge soltanto il 30 aprile, a seguito dello scostamento di bilancio approvato dalle Camere. La cifra è stata divisa tra il potenziamento del sistema sanitario nazionale, il sostegno al lavoro pubblico e privato e ai settori che hanno più risentito dell’emergenza.
Un secondo provvedimento è stato poi varato in seguito. Il decreto-Rilancio è entrato in vigore il 19 maggio e si trova adesso in corso di conversione in legge. Con questo nuovo pacchetto da 55 miliardi l’Italia ha pensato a delle misure a sostegno delle famiglie (come il reddito di emergenza) e della produzione con bonus, aiuti a fondo perduto, prestiti e lo stop all’Irap.
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Crediti foto: LaPresse