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App Immuni, il ministro Speranza: “In arrivo a fine maggio”. Intanto emergono nuovi dettagli tecnici su come funzionerà

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Dovremo aspettare la fine di maggio (la data più probabile è il 29 maggio) per poter finalmente vedere in azione la tanto chiacchierata App Immuni, il sistema di tracciamento delle persone positive al Covid-19 scelto dal governo per contenere l’epidemia e prevenire la formazione di nuovi focolai d’infezione. Lo ha dichiarato al TG3 il ministro della Salute, Roberto Speranza: “L’auspicio per l’app è che da fine maggio posa avviarsi la sperimentazione”. In particolare, si dovrà attendere che il documento di valutazione sull’impatto per la protezione dei dati personali, che il ministero della Salute sta elaborando, arrivi nei prossimi giorni sul tavolo del Garante della privacy.

Nel frattempo, il ministero dell’Innovazione ha pubblicato sulla piattaforma GitHub un documento dettagliato che spiega meglio (anche se in inglese) il funzionamento tecnico dell’app Immuni, sviluppata dall’azienda milanese Bending Spoons.

Le schermate di benvenuto dell’app Immuni, sviluppata da Bending Spoons (dal sito di GitHub)

Come scaricarla 

Il download di Immuni sarà gratis per smartphone Android e iOs, mentre in un primo momento non sarà disponibile per altri dispositivi molto meno diffusi, come i Windows phone. L’utilizzo dell’app è consentito a persone che hanno compiuto i 14 anni e richiederà l’inserimento della provincia in cui si vive. Tra le autorizzazioni da dare, oltre al consenso al trattamento dei dati, il cittadino dovrà confermare l’adesione al progetto su base volontaria.

Come funziona

La app si baserà sul sistema Bluetooth Low Energy. Ogni volta che due persone che hanno scaricato Immuni sui loro cellulari entrano in contatto per più di cinque minuti, dai loro dispositivi si genera un codice crittografato e non riconoscibile che incrocia quello dell’altro in modo anonimo. In gergo tecnico questo scambio si chiama digital handshake (stretta di mano digitale) e viene memorizzato sui rispettivi smartphone. L’archiviazione dell’incontro, dunque, resta decentralizzata, cioè non viene inserita in nessun database generale, pratica che avrebbe potuto esporre i dati a un maggior rischio di violazione della privacy. Importante sottolineare che la chiave di riconoscimento legata a un utente varia in continuazione, dunque non sarà possibile associarla a quella specifica persona. Inoltre, Immuni registra gli incontri per un massimo di 30 minuti, come prescrivono i protocolli di Apple e Google, in modo da non permettere di ricostruire la durata delle frequentazioni e la loro ripetitività.

La notifica di alert con cui Immuni avvisa una persona di essere a rischio contagio (dal sito GitHub)

Se un utente risulta positivo al Coronavirus

Nel caso in cui un utente, una volta eseguito il tampone, scoprisse di essere positivo al Covid-19, volontariamente deve compilare un apposito campo dell’App. Secondo quanto riportato dal documento in GitHub, il cittadino in questa operazione sarà assistito dal personale sanitario. In un’apposita sezione, l’utente troverà una password utilizzabile una volta sola che dovrà comunicare – non si sa ancora come, probabilmente per telefono – a un addetto Ats che lo aggiungerà a un database e che chiederà un clic di conferma. In quel momento, gli smartphone che sono entrati in contatto con il malato riceveranno una notifica di alert, con le indicazioni su cosa fare.

 

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Crediti foto: GitHub