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Ancora Mes, il direttore del fondo garantisce: “E’ vantaggioso”

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Il Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) è sempre al centro del dibattito politico italiano, anche nella sua versione senza condizioni per far fronte alle spese sanitarie. C’è chi dice che non è uno strumento adeguato, chi ancora non si fida e chi sostiene che bisognerebbe approfittarne. Ma “usare il Mes è vantaggioso” assicura il direttore generale del Meccanismo Europeo di Stabilità, Klaus Regling, in un’intervista all’ANSA.

Foto Valerio Portelli/LaPresse

Ogni stato dell’UE potrebbe accedere al prestito (per un massimo del 2% del proprio Pil) per rispondere all’emergenza da Coronavirus e potenziare così il proprio il sistema sanitario. Durante l’ultimo Eurogruppo il tasso di interesse è stato fissato a “quasi zero”, come specificato in un tweet il ministro dell’Economia Gualtieri, ovvero allo 0,1%. E per l’Italia si tratterebbe di circa 35 miliardi di euro.

Secondo il direttore generale Regling, questa nuova linea di credito garantisce “soldi sicuri” che non dipendono dal mercato e non vengono forniti da investitori che oggi ci sono ma che potrebbero non esserci più domani. “L’Italia potrebbe risparmiare fino a 7 miliardi di euro in dieci anni (la durata del prestito)”. Uno strumento – dunque – “affidabile ed economico” per gli Stati. Ma come aveva già ricordato il commissario per gli Affari Economici Paolo Gentiloni, spetta ai governi nazionali decidere se richiedere il Mes o meno.

Sull’onta che gli stati potrebbero tirarsi dietro decidendo di aderire al Mes e sul possibile cattivo segnale della stabilità economica agli investitori, il direttore sostiene che avverrebbe il contrario. “Non ci sono condizionalità e non ci saranno dopo, come assicurato anche dalla Commissione Europea” ribadisce il direttore. Nello specifico, il Mes attiverà un sistema di controllo chiamato Early warning system, lo stesso utilizzato dalle banche o da altri soggetti per valutare i rischi della restituzione di un prestito. “Non ci sarà alcun monitoraggio speciale”. Secondo Regling la Commissione Europea si limiterà a sorvegliare i bilanci degli Stati membri, come sempre.

Questa nuova linea di credito si chiamerà Pandemic Crisis Support, come si legge nella bozza di contratto che lo Stato richiedente sottoscriverà con la Commissione Europea per conto del Mes. Le spese dirette e indirette potranno includere – oltre al potenziamento del sistema sanitario – i costi relativi alla prevenzione e alla cura del Covid-19. La palla passa – dunque – ai singoli Stati membri.

 

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Crediti foto: LaPresse