La polemica è nata in seno alla Chiesa e verte sull’opportunità o meno di ospitare, in luoghi sacri, opere d’arte non convenzionali. Da subito si sono create due fazioni contrapposte: quella di coloro che sono favorevoli alle provocazioni dell’arte contemporanea, comunque portatrici di riflessioni e approfondimenti; e quella dei contrari, che sostengono che scivolare dal sacro al sacrilego è un passo molto breve. “E’ stato scelto l’artista italiano più provocatorio – ha dichiarato a La Provincia di Cremona don Maurizio Pedretti, sacerdote cooperatore al santuario Santa Maria del Fonte di Caravaggio -. Forse con l’intento di vendersi, consapevoli che in questo modo si sarebbe sicuramente parlato e anche la Curia, il battistero e e il Museo Diocesano ne avrebbero tratto vantaggio?”
Resta che a migliaia hanno già varcato le porte del Battistero di Cremona a pochi giorni dall’inizio della kermesse di arte contemporanea, spinti certamente dalla curiosità di vedere l’ennesima provocazione dell’artista padovano.