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‘Diavolo di Prato’ accusato di abusi sessuali su minori, la difesa: “Era soltanto un gioco”

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La Procura parla di  violenza sessuale, riduzione in schiavitù e pornografia minorile, mentre la difesa sostiene che si trattasse solamente di un gioco

Si è svolta ieri l’udienza che vede come imputato Matteo Valdambrini, il cosiddetto ‘Diavolo di Prato‘, lo studente universitario  23enne di Montemurlo (Prato) che grazie al suo carisma, avrebbe soggiogato alcuni suoi coetanei ed anche dei minorenni, radunandoli in una sorta di setta a Prato e spiegando loro di essere stati prescelti poiché nelle precedenti vite avevano avuto un’altra identità sovrannaturale (“Amon”, “Atena”, “Banshee”, “Aracne”, “Eva”, “Sette Furie”, “Ares”) e che la loro missione era quella di salvare il mondo tramite dei rapporti sessuali. 

Infine li avrebbe convinti a fare una sorta di patto con il diavolo che in cambio della loro fedeltà, li avrebbe preservati da disgrazie a sé stessi e alle proprie famiglie. Davanti al giudice delle udienze preliminari, si è aperto il 22 ottobre il processo con rito abbreviato. I fatti che hanno portato il giovane alla sbarra risalgono al periodo compreso tra il 2015 e il 2020. Secondo l’accusa (che ha chiesto 6 anni di reclusione) “sarebbe riuscito a manipolare e gestire la volontà, anche attraverso tecniche raffinate e romantiche, di una serie di ragazzi, circa quindici, con i quali si incontrava in ville abbandonate, che avevano la capacità di suggestionare tutti loro, per coinvolgerli emotivamente”. La difesa sostiene invece, che si trattasse “solamente di un gioco, di una recita, mentre i rapporti sessuali sarebbero tutti avvenuti in maniera consenziente”.

Per dimostrare di essere immortale, Valdambrini si sarebbe addirittura fatto strangolare da un fidato appartenente al gruppo per poi cadere a terra fingendosi morto fino a quando non si sarebbe rialzato rimettendo a posto l’osso del collo e la trachea. Inoltre, si sarebbe fatto inviare dalle sue vittime tramite Whatsapp, immagini di corpi nudi facendo credere che le foto sarebbero state viste da ’Hydra’, un’entità cibernetica. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sulla base di tredici denunce nei suoi confronti, il giovane si faceva chiamare ‘Omen il diavolo’ e negli incontri con i ragazzi abbassava la sua voce fino a renderla roca per intimorire i più piccoli.

Si presentava come un bravo ragazzo“, ha raccontato una presunta vittima, a cui dava ripetizioni di inglese: “Anche mia mamma era contenta di lui. Lo pagavamo 20 euro l’ora, ma poi mi propose delle ripetizioni gratis in cambio di prestazioni sessuali“. Il Corriere della Sera riportava stralci dei verbali di alcuni ragazzi: “Afferrò un compasso e mi disse ‘avrei voglia di infilarti il compasso nella gola’, io glielo tolsi dalle mani ma lui prese il coltello del pane in cucina e lo impugnò contro di me“. E ancora “si presentò con delle forbici che apriva e chiudeva in modo minaccioso. In quel periodo ci disse che avrebbe voluto far litigare tutti i ragazzi del gruppo tra loro e ucciderli“. Il quotidiano raccolse al momento dell’arresto varie testimonianze, come quella di un ragazzo che raccontò che “tutti erano terrorizzati da quel ragazzo che beveva il sangue, si vantava dei suoi poteri sovrannaturali e raccontava che mangiava i cinesi”.

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Crediti Foto: screenshot da video YouTube