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Fedez attacca dritto per dritto il Vaticano: “Ha debiti per 5 miliardi e parla di mancato rispetto del Concordato”
Ha fatto scalpore, nella giornata di ieri, la nota emanata dal Vaticano e pubblicata dal Corriere della Sera sulla richiesta, da parte dello Stato Pontificio, di modificare il DDL Zan perché incompatibile con il Concordato fra Stato e Chiesa firmato nel 1984. Da più parti, infatti, si sono levati gli scudi per quella che è stata considerata a tutti gli effetti una vera e propria ingerenza di uno Stato straniero nella politica italiana.
Naturalmente non è mancata la reazione da parte del mondo della cultura e dell’arte. Nello specifico, puntuale come un orologio svizzero è arrivato l’attacco frontale firmato da Fedez, con il rapper che senza mezze misure ha fatto notare l’incoerenza della posizione della Chiesa. Che da una parte è in debito con l’Italia per una somma stimata attorno ai 5 miliardi di euro in tasse immobiliari, dall’altra si lamenta del mancato rispetto del Concordato da parte dello Stato Italiano. In particolare, fanno notare dal Vaticano, il DDL Zan voluto per mettere un freno a episodi di omotransfobia e misoginia, violerebbe la libertà di pensiero dei Cattolici.
Riassumendo: il Vaticano che ha un debito stimato di 5 miliardi di euro su tasse immobiliari mai pagate dal 2005 ad oggi per le strutture a fini COMMERCIALI dice all’Italia “guarda che con il DDL Zan stai violando il #Concordato” ??♂️
— Fedez (@Fedez) June 22, 2021
Una battaglia, dunque, che sembra non avere mai fine attorno a una legge che dovrebbe essere sacrosanta in un Paese che si definisce civile e tollerante. E che invece si trova fare i conti quotidianamente con episodi di discriminazione ai danni di omosessuali, trans e donne in nome di un frainteso senso della libertà di espressione. Che, giova ripeterlo, il DDL Zan (né il famigerato “politicamente corretto” spesso sbandierato ai quattro venti) non intende reprimere ma semplicemente incanalare entro i limiti del rispetto per le scelte e i diritti degli altri.
Quanto a Fedez, non è la prima volta che il rapper milanese si espone in prima persona e senza mezzi a termini a difesa del DDL Zan. Celebre in tal senso il suo discorso durante il concerto del Primo Maggio, anche lì ovviamente condito dalle solite polemiche di rito.
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