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Myanmar: Ue e Usa pensano a nuove sanzioni contro i militari

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n Myanmar continuano le proteste per il golpe che ormai dieci giorni fa ha portato i militari al potere e la premier Aung San Suu Kyi in carcere, sebbene il suo volto venga sventolato da migliaia di cittadini birmani che affollano le strade di decine di città, come è stato chiesto dalla dirigenza del partito perché venga ristabilita la democrazia.

Il popolo birmano è infatti ancora molto legato alla San Suu Kyi, politica iconica della transizione che tra gli anni ’80 e ’90 ha fatto cadere i militari che governavano il paese in maniera autoritaria, e ora sembra diventare nuovamente simbolo della democrazia nel paese e nel mondo, sebbene negli ultimi anni la sua politica fosse stata considerata controversa per via del trattamento delle minoranze etniche e religiose nel paese.

Intanto da Naypyidaw arriva il nome della prima vittima delle forze dell’ordine: Mya Thet Thet Khaing, 19 anni, studentessa che stava manifestando pacificamente assieme ad alcuni compagni, quando è stata colpita da un proiettile della polizia, è stata portata d’urgenza in ospedale dove non c’è stato niente da fare. «Mya non aveva armi, nemmeno un bastone. Stava camminando verso i poliziotti quando uno di loro ha preso la mira e ha sparato», hanno raccontato i compagni.

L’Unione Europea discute per istituire nuove sanzioni che congelino i beni e gli affari in Europa dei militari del Myanmar, anche se Josep Borrell ci tiene a precisare che si farà di tutto perché le scelte non ricadano sulla popolazione. Anche il presidente Usa Joe Biden annuncia sanzioni simili, in attesa che venga ristabilito lo stato di diritto. Infatti da ieri i militari hanno annunciato la legge marziale, e la tensione, nella protesta, si è acuita ulteriormente.

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Foto: LaPresse