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Agitu Gudeta uccisa per uno stipendio non pagato: l’assassino ha confessato

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Ha confessato, dopo un lungo interrogatorio davanti ai carabinieri, di aver ucciso a martellate Agitu Ideo Gudeta, la pastora etiope di 42 anni trapiantata in Italia e trovata morta ieri sera nella sua abitazione a Maso Villalta a Frassilongo, in Trentino. Si tratta di un uomo ghanese di 32 anni che collaborava come pastore nell’azienda agricola biologica ‘La Capra Felice’ di proprietà della Gudeta. Il motivo dell’atroce gesto sarebbe uno stipendio non corrisposto.

L’omicidio è avvenuto nella camera da letto della donna, che – ha raccontato il 32enne ora arrestato – sarebbe stata colpita 4 o 5 volte. Quindi, mentre Agitu era a terra, c’è stata anche violenza sessuale. L’uomo si trova ora nel carcere di Spini di Gardolo a Trento.

Originaria dell’Etiopia da dov’era fuggita a seguito degli scontri sociali e dalle minacce che aveva ricevuto dal suo governo, Gudeta si era rifugiata tra le montagne del Trentino nella Valle dei Mocheni, dando vita ad un progetto di recupero di terreni abbandonati e di razze di capre rustiche autoctone, l’Azienda Agricola Biologica ‘La Capra Felice’. L’azienda si occupa di allevamento caprino (capra pezzata mochena), eseguito attraverso metodo biologico e di trasformazione della materia prima: produce formaggi biologici da pascolo da erba, yogurt ed anche prodotti di cosmesi con latte di capra. Ribattezzata la “regina delle capre felici”, Agitu era già stata oggetto di minacce e aggressioni a sfondo razziale nell’agosto del 2018. Il 27 gennaio scorso l’uomo che si era reso colpevole degli atti persecutori e lesioni nei suoi confronti – C. C., 54 anni residente a Frassilongo, nella proprietà accanto a quella di Agitu – era stato condannato dal Tribunale di Trento a nove mesi di reclusione per il reato di lesioni e stalking con l’aggravante dell’odio razziale.

 

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Crediti foto: Facebook