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Vaccino anti Covid obbligatorio? E’ dibattito al governo, Conte non lo esclude

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Con l’avvio della campagna vaccinale contro il Coronavirus, è scoppiato in seno al governo un acceso dibattito sull’obbligatorietà del vaccino, con posizioni divergenti e contrastanti fra chi lo ritiene opportuno e chi invece lo esclude categoricamente. Il premier Giuseppe Conte non lo esclude: “Vediamo prima come va”, ha detto qualche giorno fa il presidente del Consiglio proprio in vista della campagna vaccinale iniziata domenica scorsa. Una cautela dovuta alla convinzione che alla fine prevarrà il senso di responsabilità, ma che non chiude a iniziative più drastiche qualora in alcuni settori si dovesse riscontrare una percentuale di rifiuti inaccettabile per la salute pubblica.
Una linea quella del premier che il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri sembra confermare: “Adesso si punta alla non obbligatorietà – ha dichiarato -. L’obbligo del vaccino anti-Covid non c’è, ma non vorrei che ci si dovesse arrivare, perché significherebbe dover mettere una costrizione per colpa di pochi individui”.

Di tutt’altro avviso sembra essere la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa che ha dichiarato in televisione che “l’obbligatorietà del vaccino deve essere una pre-condizione per chi lavora nel pubblico”. Poco dopo le dichiarazioni di Zampa, è arrivata secca la replica della ministra della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone che ha dichiarato di «non essere favorevole» ad introdurre l’obbligo per i dipendenti pubblici. “Il governo si è raccomandato e penso – ha spiegato la ministra – che una raccomandazione forte sia il modo migliore per raggiungere l’immunità di gregge”.

In molte regioni la percentuale di medici e infermieri pronti a vaccinarsi supera il 90%, ma la media nazionale scende all’80%. I medici no-vax per ora sarebbero un centinaio, secondo la Fnomceo, fra coloro che hanno rifiutato il vaccino e sui quali l’Ordine dei medici ha aperto un procedimento disciplinare anche perché prima di un eventuale obbligo per legge, i medici hanno un codice dentologico.

L’ipotesi avanzata dalla sottosegretaria Zampa ha riscosso il plauso dei governatori leghisti di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia, che propongono l’istituzione di un passaporto sanitario. Idea che il sottosegretario Sileri non esclude, ma non solo per viaggiare in aereo o alloggiare in hotel, bensì anche «per svolgere diversi tipi di attività» dove potrà essere «richiesto di comprovare l’avvenuta somministrazione del vaccino».
Altri paesi europei, come la Spagna per esempio, hanno deciso di stilare una sorta di “libro nero”, ovvero un registro di coloro che non vogliono sottoporsi al vaccino anti-Covid. Il vaccino contro il coronavirus non sarà obbligatorio anche a Madrid, ma chi deciderà di non farlo sarà inserito in un «registro che sarà poi condiviso con gli altri Paesi dell’Ue», ha spiegato in tv il ministro della Salute spagnolo, Salvador Illa. Chissà che anche in Italia non si decida per questa strada. Intanto il dibattito resta aperto e acceso.

 

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Crediti foto: LaPresse