Musica
Mina, Ivano Fossati e quell’attrazione mancante
MINA FOSSATI | LA RECENSIONE
L’assenza è fil rouge dell’incontro tra Mina e Ivano Fossati, i quali venerdì 22 novembre hanno dato luce al loro primo album insieme, chiamato appunto “MinaFossati“, prodotto da Massimiliano Pani per PDU e Sony Music.
Lei, da quarant’anni fuori dalle luci del palcoscenico, lui da molto meno, quasi da otto. Voglia di smettere? Neanche a parlarne. Ma cosa accade quando uno tra i più grandi cantautori viventi della storia italiana incontra la più grande voce di tutti i tempi? Può succedere di innamorarsi perdutamente delle undici tracce, oppure, si può rimanere delusi. Brutta bestia l’aspettativa.
Sì perché nell’attesissimo “MinaFossati” c’è qualcosa che non torna anche se, apparentemente, non c’è nulla che non va: c’è la penna di Fossati che tocca anche in questo disco punti altissimi, c’è la potenza della tigre di Cremona, ispirata come sempre. Le voci si alternano con eleganza, duettano, si sovrappongono, eppure manca un ingrediente fondamentale: l’amalgama. Cantare Fossati non è un compito facile, per nessuno. Non è infatti un caso se nel corso degli anni solo Fiorella Mannoia è riuscita a servirsi dei suoi testi in maniera continuativa. Questo perché è molto difficile entrare nell’universo fossatiano, dove ogni singola parola racchiude un concetto molto potente, che spesso va solo accompagnato senza aggiungere nulla.
Ascoltando il disco sembra infatti che l’immensità dei due giganti non trovi mai un punto di connessione veramente stabile, complice anche la natura profondamente diversa degli episodi. Dopo infatti il convincente inizio de “L’infinito di stelle“, un piano voce delicato rafforzato da archi pieni, l’atmosfera creata si rompe subito con “Farfalle“, brano che vuole unire il lato più ironico dei due non risparmiando frecciatine alla società di oggi (becchi i giovani e imbecilli saltare sopra a un treno/senza un pensiero e nemmeno il freno), il tutto supportato da un ritornello-filastrocca disteso su un arpeggio di chitarra minimale predominante. Le idee non si chiariscono successivamente con Il vocoder che apre “Ladro“, traccia di stampo R&B più fedele alla cantante che al cantautore, il quale interviene come voce addizionale e in alcune scelte strumentali, una su tutte il solo di fisarmonica.
Le parti si invertono in “Come volano le nuvole“, uno dei pezzi più riusciti dell’intera produzione, dove tornano gli arrangiamenti cari al genovese in una descrizione al femminile unica e riconoscibile. Il vero duetto arriva nel quinto atto, “La guerra fredda“, istantanea sull’amore coniugale che fa i conti con il passare del tempo e con la noia, qui i due cantanti dialogano e si scambiano punti di vista muovendosi in una musica fin troppo “classica” che si dipana fino al ritornello.
Un suono più asciutto e orchestrale accoglie la canzone migliore dell’album, “Luna diamante” (già circolata prima della pubblicazione in quanto inserita nel trailer del nuovo film di Ferzan Ozpetek “La dea fortuna“) dove Mina sfoggia un’interpretazione sofferta calcando forse un po’ troppo il testo di Fossati ma rendendo l’atmosfera sospesa e rarefatta.
Tuttavia dopo il climax l’album perde via via di efficacia. Il singolo “Tex Mex” ci fa compiere uno strano seppur divertente giro tra chitarre elettriche alla Santana e organo Hammond, le sfumature blues e il piano jazz stendono il tappeto musicale ne “L’amore della domenica“, in cui viene ribadito il concept di tutta la fatica discografica (“Quello che siamo è quello che vogliamo”); segue “Meraviglioso, è tutto qui” dove Mina sfoggia tutta la sua grazia in un brano che potrebbe però essere tranquillamente un estratto da lavori precedenti. Ritmi concitati sorprendono nella movimentata “L’uomo perfetto“, continuando nella conclusiva e più sperimentale “Niente meglio di noi due“.
Non è una questione qualitativa, né tanto meno un problema di scelta di canzoni. Mina e Fossati si cercano, forse si attraggono, ma non si trovano praticamente mai, sfornando comunque un album di spessore che, tuttavia, manca di continuità musicale, dell’ingrediente in più e soprattutto delle canzoni-manifesto (vedi “Acqua e sale” e “brivido felino” di Mina e Celentano) che rendono intramontabile una produzione di questo genere.
VOTO: 6/10
AGGETTIVO: CONFUSO
TRACKLIST
1. L’infinito di stelle
2. Farfalle
3. Ladro
4. Come volano le nuvole
5. La guerra fredda
6. Luna diamante
7. Tex-Mex
8. Amore della domenica
9. Meraviglioso, è tutto qui
10. L’uomo perfetto
11. Niente meglio di noi due
ALBUM: MINA FOSSATI
ARTISTA: MINA, IVANO FOSSATI
ANNO: 2019
ETICHETTA: PDU/SONY MUSIC
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