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Cina. Accordi di libero scambio con 14 paesi. Gli Usa hanno paura

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In questi giorni in Asia è stato siglato un accordo economico multilaterale che è già stato finito come uno dei più imponenti della storia. Sono 15 i paesi coinvolt nella Regional Comprehensive Economic Partnership (Rcep), ovvero la Cina, membro focale dell’intesa, i dieci membri dell’Associazione delle nazioni del Sudest asiatico (Asean), ovvero Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam, poi Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Corea del Sud.

L’accordo prende sotto la propria ala un terzo della popolazione mondiale (circa 2,2 miliardi di persone) e pure un terzo del Pil globale (26.200 miliardi di dollari, che scritti in cifre sono $26.200.000.000.000). Il grande assente è l’India, che temendo l’egemonia cinese ha preferito tenersi fuori, anche se molti già prevedono un passo indietro del secondo paese più popolato al mondo.

Alcuni economisti hanno infatti stimato l’enorme beneficio per questi paesi, il cui Pil aumenterà in media dello 0,2%, aggiungendo 186 miliardi di dollari all’economia globale.

Molti commentatori, forse timorosi dell’impatto dell’accordo, che nel lungo termine potrebbe davvero portare definitivamente a un’egemonia orientale sui mercati internazionali, hanno definito la Rcep superficiale. Non vi si fa menzione dell’agricoltura ad esempio, e i punti davvero fondamentali sarebbero solo un paio, tra cui un’omologazione che permetta la libera circolazione dei prodotti di ciascun paese in tutti gli stati che hanno preso parte all’accordo.

I dazi poi non saranno totalmente eliminati, come accadeva col Paternariato Trans-Pacifico (Tpp), ma solo al 90%. A preoccupare molti occidentali è la presenza negli accordi di molti alleati degli Usa, che sembrano iniziare ad orbitare attorno al grande nemico di Trump. Quest’ultimo, tra l’altro, sta cercando nelle ultime settimane da presidente degli Stati Uniti d’America di rendere il più difficile possibile per il suo successore riallacciare i rapporti con la Cina (gli Usa sono usciti dal Tpp nel 2017).

Così l’Asia, il continente di gran lunga più popolato al mondo, poco a poco sta imponendo la propria supremazia, e alla guida di un nuovo mercato mondiale potrebbe esserci un giorno uno stato che, almeno formalmente, ha la bandiera comunista.

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Foto: LaPresse