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Sophie Marceau protagonista di “Hold Up”, il film negazionista. Cesara Bonamici risponde polemica

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La ricordiamo tutti adolescente inquieta ne “Il tempo delle mele”, film degli anni ’80 che ha fatto sognare intere generazioni di ragazzi e la cui colonna sonora, Reality di Richard Sanderson, resta tra le più ascoltate nelle playlist.

Sophie Marceau oggi è una donna di quasi 54 anni (domani ndr.) ed è un’affermata attrice. Il suo ruolo, infatti, non si è arenato come succede a molti all’idea del personaggio che l’ha resa celebre in tutto il mondo, ossia Vic Beretton, ma ha continuato a recitare in prestigiosi film come ad esempio nel 1995 quando ha interpretato Braveheart al fianco di Mel Gibson, e soprattutto nel capitolo di 007 il mondo non basta (1999), in cui ha avuto il ruolo di Elektra King affascinante ma spietata avversaria di James Bond.

Il volto che è stato testimonial per la casa cosmetica Guérlain e che ha incarnato la rappresentazione della Marianne, simbolo della Francia, in queste ore sta facendo molto discutere per essere la protagonista di “Hold up”, il film negazionista della durata di quasi tre ore, realizzata grazie a un crowdfunding dall’ex giornalista di Tf1 Pierre Barnérias, che abbraccia la tesi secondo cui la pandemia mondiale sia stata organizzata a tavolino da governo e media.

Ciò che ha fatto discutere dopo l’uscita del documentario che in Francia sta spopolando, è la frase che l’attrice ha utilizzato al fianco della locandina postata su Instagram che dice: “Essi, ci chiamano inutili….”. 

 

 

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In molti stanno mettendo in discussione la scelta di produrre un film dalle tematiche pericolose in un periodo in cui i contagi da Covid-19 stanno crescendo in modo esponenziale, e anche in Italia la giornalista Cesara Bonamici ha voluto esprimere la sua opinione in merito durante l’ultima edizione del Tg5: “L’unica osservazione che si può fare è che la vita non è un film, i malati negli ospedali non sono finti e i morti sono veri”.

 

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Crediti Foto: sophiemarceau/instagram

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