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Rubrica. FLASHLIGHT. Movida, il riscatto del clubbing
By Old Man Say
“Movida – School of the night” il talent show sul mondo della notte è giunto al termine. Le quattro categorie di artisti (D.J., vocalist, performer e bar-tender) che si sono esibite in prove a cadenza settimanale hanno lottato, ci hanno entusiasmato e ci hanno regalato il loro meglio per scongiurare l’eliminazione e passare al turno successivo. Tutto ciò per il gusto di partecipare certo ma naturalmente per vincere. Avevamo già parlato il diciotto settembre scorso del format al suo debutto, del progetto e delle aspettative ed ora, giunti alla finale, stiliamo un bilancio. Mi accompagna in questa intervista il coach dei D.J.’s Roberto Salaroli, conosciuto ai più come Robert-eno, apprezzato D.J. a livello internazionale, produttore, remixer ed anima del duo Relight Orchestra che ci svela segreti, aneddoti e ci parla dei protagonisti.
Ciao Robertino siamo alla fine di questa esperienza televisiva immagino coinvolgente ed intensa, ce ne parli?
Certo ed innanzitutto dico che sono molto soddisfatto. Entusiasmo, divertimento, un grande lavoro corale sono stati gli ingredienti che hanno dato anima ad ogni puntata. Nella finale le coppie di artisti sono state giudicate da una triplice giuria: il voto dei big nazionali ossia Isa B., Paolo Noise e dall’eclettico Principe Maurice una vera icona del clubbing dagli anni ’90 ad oggi. Tre mostri sacri insomma che hanno giudicato le esibizioni. Ricordo però che Il loro parere ha influito per un terzo in quanto mediato dal voto collettivo della giuria di addetti ai lavori dello spettacolo e da quella composta dagli organizzatori di locali. Una votazione molto completa, per così dire, che ha tenuto conto di tanti fattori in primis il talento dei nostri ragazzi che è stato così valorizzato in ogni sua sfumatura.
Come avevamo precedentemente evidenziato, le sette puntate, composte da due audizioni e cinque di gara sono state scritte e prodotte da quattro autori: Valeriano Rusciano (conduttore ed organizzatore di eventi), Nicki Nardini (regista), Greta Manuzi (coordinatrice e finalista di amici 2013) e Adele Linguerri (responsabile di redazione). Il format ricordo che è stato trasmesso in digitale terrestre da Teleromagna in Emilia, Romagna e Veneto e, mediante live streaming ha poi raggiunto tutta la penisola. Una piacevole sorpresa è stata il successo che ha ottenuto fuori regione; lo streaming ha avuto picchi di decine di migliaia di ascolti extra a livello nazionale. Un ottimo risultato che testimonia un interesse per il mondo della notte settore che, quando porta contenuti, viene ancora seguito ed amato dai più o meno giovani, e questo nonostante il periodo di chiusura dei locali. Stiamo parlando forse nel momento più buio e con meno prospettive di sempre per il settore.
Non avevate mascherine, tutti gli show erano rappresentati in un modo naturale, immagino tutto sia stato registrato pre Covid?
Si, certo, tutto era stato registrato nel 2019 e doveva andare in onda nella primavera 2020 ma il termine Movida era diventato alquanto impopolare a causa della pandemia e da qui la necessità di posticipare l‘uscita del programma di qualche mese. Ora, che si spera saremo più vicini alla fine di questo incubo, tutto assume una valenza di riscatto per gli addetti ai lavori, per tutte le figure professionali che sono e saranno sempre la spina dorsale del mondo della notte.
Cosa hai notato fra i partecipanti, cosa più ti ha colpito?
Il talent ha evidenziato soprattutto la passione delle nuove generazioni per i locali da ballo, in declino da decenni, ma ancora in grado di entusiasmare alcuni di loro al punto da mettersi in gioco, faticare, studiare e cercare di crescere nel settore. Questo mi ha colpito molto in positivo! Due coach per categoria li hanno aiutati nel loro percorso a superare le prove settimanali, mettendo in luce aspetti molto diversi. Io per esempio, essendo un produttore discografico con apertura mentale verso tutti i generi, ha formato tre giovanissimi, facendo capire l’importanza della musica e di fare set mai banali. Alla fine proprio il più giovane, Ayron a soli sedici anni, ha vinto il talent mostrando grande competenza tecnica e un gusto particolarmente raffinato nell’ house-music, genere musicale nato nella seconda metà degli anni ’80, molti anni prima che lui nascesse. Molto interessante anche il percorso di Margherita Berti, D.J. specializzata in trap americana, che integrando brani di crossover suggeriti da me, è riuscita a far apprezzare un genere da noi non popolare né commerciale, arrivando in semifinale. Voglio ricordare anche le ottime esibizioni di Still, disc-jockey che ha arricchito il proprio set suonando il basso dal vivo.
Contrapposta a me l’altra coach per i d.j.’s Ada Rey, forte della sua esperienza di pioniera nel djing al femminile, è riuscita ad arricchire i suoi artisti insegnando loro come potenziare i propri set a livello di energia e di presenza scenica sul palco. In particolare Debora Bianchi che si è distinta per l’abilità oltre che per l’immagine, e Lorenzo Conti arrivato come un treno fino alla finale con set energici difficili da eguagliare. Nella categoria dei vocalist la splendida coach Tanja Monies si è impegnata molto a insegnare l’intonazione ai propri allievi, portandoli addirittura in studio a Milano perché imparassero ad ascoltare e migliorare il proprio canto. Fra Federico Pasini e Andrea Rizzo, quest’ultimo vocalist dal timbro possente è arrivato in finale, anche se la vittoria è andata a Brix, voce talentuosa in grado di rappare e incitare con tutta l’energia che può scaturire dagli insegnamenti di un vulcano come Andrea Bellemani, l’altro coach per la categoria dei vocalist. Sia Tanja che Andrea durante il percorso, hanno arricchito le esibizioni dei propri “alunni” con musicisti di fama internazionale come Davide Ruberto per Tanja Monies e Mark Lanzetta che si è esibito inizialmente per Andrea Bellemani e poi ovviamente anche con me.
Fra i performer si sono visti spettacoli di ogni genere: dalla classica cubista Sara Ares, al burlesque di Miss Violet Queen, dai balletti teatrali di Lola Star e Giacomo, fino al body painting con evoluzioni di attrezzi luminosi di Aska, per poi arrivare al vincitore ossia Michael con il suo stile ispirato al funky ed alla robot-dance. Il tutto abbinato a coreografie e scenografie magistrali dei coach Lukas Mcs e Samu del progetto Tunga. La categoria dei bar tender istruiti da Francesco Biondo e Sten Sbagliato ha visto come vincitore Christian Visani, apprezzato e talentuoso barman della nostra riviera romagnola.
A questo punto un bilancio, le tue considerazioni personali, le difficoltà che hai incontrato, le soddisfazioni che immagino saranno arrivate, le emozioni provate.
Mah, non ti nascondo che la difficoltà più grande per noi coach è dovuta al poco tempo a disposizione, perché le registrazioni si svolgevano una sera a settimana alla discoteca Energy di Cesenatico ed avevamo soltanto un altro giorno, da concordare in base alle esigenze di tutti, per provare le esibizioni e tutto ciò nello spazio di un paio d’ore. Serve una grande fiducia da parte dei ragazzi che hanno dovuto accettare subito i suggerimenti e provare a casa da soli. Per guadagnarci il loro rispetto dovevamo prima fare in modo che ci lasciassero entrare nella loro sfera di interessi. Ho quindi dovuto studiare ed assecondare i generi musicali da loro preferiti, cercando di far capire loro la storia che aveva portato a certi suoni e stili. Da qui in poi dopo mi hanno lasciato arricchire i loro set con suggerimenti che sapevo avrebbero avuto un impatto emotivo elevato su un pubblico eterogeneo. Senza timore di autocelebrarmi potrei definirlo un matrimonio fra la loro voglia di fare, entusiasmo e freschezza unito alla mia esperienza e cultura sul passato che ovviamente un giovanissimo difficilmente può avere, per un fatto puramente anagrafico. Sono molto contento perché i ragazzi sono stati sempre coerenti e hanno messo la propria musica in primo piano, a costo di non essere capiti e rischiare l’eliminazione. In finale per esempio Ayron ha fatto, per sua scelta, un set tutt’altro che facile, e forse ha vinto proprio per la sua competenza tecnica, per la mancanza di esibizionismo, ma anche per la sua sicurezza nel voler far conoscere il proprio sound meno scontato. La mia opinione è che se tutti i giovani fossero come quelli che ho incontrato faremmo bene a lasciare più spazio alle nuove leve perché da loro può rinascere l’entusiasmo per un club di qualità. La nostra generazione ha vissuto i fasti di una “golden era” della discoteca, gli albori, l’affermazione ed il successo ma, ora che è tutto cambiato e in un certo senso il prodotto vive un declino, spesso ci comportiamo un po’ troppo da mestieranti e questo va a discapito della freschezza e della passione.
Dopo un successo così conclamato ci sarà un seguito per il format?
Sicuramente ed in più direzioni. Il clamore creato dallo streaming e dal backstage in nazionale su Radio Studio Più ha fatto sì che molte TV di altre regioni si siano proposte per programmare questa prima edizione nella loro zona. Inoltre una grossa agenzia televisiva ha già acquisito il format con l’intento di farne una prossima edizione in nazionale.
Contemporaneamente al talent, i d.j. esclusi sono stati iscritti a un contest dove le esibizioni sono state votate dal pubblico del web, ed i vincitori saranno intervistati in radio, sempre a Relight My Fire domenica prossima.
Infine “Movida” appena possibile si strutturerà in vera e propria scuola diurna per artisti, e in format live itinerante per cercare i prossimi talenti direttamente nei migliori club in tutta Italia. Come potete vedere il clubbing è tutt’altro che morto, anzi …..
photo credits Roberto Salaroli.
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Roberto Salaroli aka Robert Eno Dj for Relight Orchestra productions
https://www.facebook.com/roberto.salaroli