Seguici su

Attualità

Palestre e piscine chiuse, cosa succederà ora con gli abbonamenti? Ecco come richiedere i rimborsi

Pubblicato

il

Palestre

Il nuovo Dpcm firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte prevede a partire da oggi lunedì 26 ottobre, fino al 24 novembre, la chiusura di palestre e piscine, ma anche cinema, teatri e in generale tutti i luoghi di aggregazione. A questo punto cosa succederà con gli abbonamenti, pagati magari per l’ingresso annuale in una palestra o in una piscina o per tutta la stagione teatrale? E come ottenere gli eventuali rimborsi?

Ecco un breve vademecum per districarsi nella giungla di normative a riguardo.

Cosa prevedeva il decreto Rilancio

In base alle norme introdotte con il decreto Rilancio, pensate per risolvere situazioni speculari avvenute durante il primo lockdown ad aprile/maggio, era possibile inoltrare richiesta di rimborso entro il 18 agosto scorso per tutti gli abbonamenti già pagati per “ogni tipo” di impianto sportivo in quanto non goduti durante il periodo di chiusura per la quarantena. Per farlo era necessario allegare la ricevuta dei versamenti dei pagamenti effettuati. Il gestore dell’impianto aveva tempo 30 giorni per restituire la cifra pagata o, in alternativa, poteva anche offrire un voucher o buono dello stesso valore da utilizzare nella stessa struttura “entro un anno dalla cessazione delle misure di sospensione dell’attività sportiva”. Vale a dire, entro novembre 2021.

E adesso?

A chi non vuole il voucher per abbonamenti sportivi e non ha intenzione, ad esempio, di tornare in palestra o in piscina, le associazioni dei consumatori suggeriscono di chiedere il rimborso per il periodo di chiusura o per le restanti rate dell’abbonamento. Se il gestore non accetta, consigliano di inviare una raccomandata di messa in mora, intimando la risoluzione del contratto. Se entro 10 giorni non si ha alcuna risposta o si ha risposta negativa sarà necessario rivolgersi al giudice di pace. Se i pagamenti sono stati fatti con l’intermediazione di una finanziaria si potrà chiedere la risoluzione del contratto di credito al consumo alla stessa finanziaria intimando la risoluzione del contratto di finanziamento ai sensi dell’art. 125 del Testo Unico Bancario e il rimborso delle rate pagate per servizi di cui non si è potuto usufruire. In mancanza di risposta o di risposta negativa, ci si potrà infine rivolgere all’Arbitro Bancario Finanziario. “Il governo dovrà prevedere espressamente rimborsi in denaro per abbonamenti a palestre e piscine, proporzionali al periodo di chiusura degli impianti”, ha dichiarato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, che si è detto pronto a iniziative legali a tutela degli utenti italiani. “In caso contrario scatterà una denuncia del Codacons contro il Governo e contro il Premier Conte per il reato di truffa.

In Italia il costo medio di un abbonamento annuale in palestra è pari a 450 euro – ricorda il Codacons – mentre i corsi di nuoto costano mediamente 650 euro all’anno. Pertanto ogni abbonato alle palestre ha diritto in media a 37,5 euro di rimborso per le palestre e 54 euro circa per le piscine.

Clicca qui per seguire OA PLUS su INSTAGRAM

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla PAGINA OA PLUS

Clicca qui per iscriverti al GRUPPO OA PLUS

Crediti foto: LaPresse