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Musica

Alessandro Bertozzi fa da “Trait d’union” tra l’Emilia e l’Africa

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Trait D’Union è il nuovo capitolo discografico firmato dall’eclettico sassofonista e compositore Alessandro Bertozzi, pubblicato dall’etichetta Level49 e Disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 22 maggio 2020. L’album è stato anticipato dal singolo Giula attraverso un video su YouTube.

In Trait D’Union, il musicista emiliano è affiancato da cinque validissimi partner come Pap Yeri Samb (voce), Andrea Pollione (tastiere), Alex Carreri (basso), Maxx Furian (batteria) ed Ernesto da Silva (percussioni). La tracklist del CD è formata da otto brani originali figli della fervida creatività compositiva di Bertozzi. Trait D’Union è un disco che nasce dal viscerale amore del sassofonista verso l’Africa, continente dal quale lui trae costantemente ispirazione per i suoi suoni, colori e ritmi tribali che suscitano in lui grandi emozioni. Il nobile intento di questo album è quello di far emergere uno spirito aggregante, soprattutto grazie alla commistione di blues, jazz e funk, generi musicali da sempre amati profondamente da Alessandro Bertozzi. Il risultato finale è un fascinoso puzzle timbrico, melodico, armonico e ritmico che si tinge di inebrianti ed esotiche colorazioni world music e di un mood marcatamente afroamericano. Dunque, un progetto variopinto, di forte appeal, che incontra il gusto di tutti coloro che sono appassionati di buona e vera musica in generale.

TRAKLIST

Di seguito la tracklist di “Trait d’union”: “Giula”, “Samaway”, “Kalmte”, “Suuf”, “Reguit pad”, “Tuuuba”, “Jambar”, “Melodies beweging”.

BIOGRAFIA

Alessandro Bertozzi si racconta così sul suo sito ufficiale:

Sono nato nel 1965 a Busseto (PR) e vivo ancora qui, a Roncole Verdi, proprio dove è nato Giuseppe Verdi (un altro compositore, ma non famoso come me !).

Mi è sempre piaciuta la musica e a 6 anni ho iniziato a suonare il clarinetto (anzi il quartino, perché il clarinetto standard aveva i buchi troppo lontani e non ci arrivavo con le dita), nel frattempo i miei mi avevano regalato una tastiera “Bontempi”rossa e mi divertivo a cercare le note, se non trovavo quelle giuste mi incazzavo. Poi a 12 ho iniziato a suonare il sax perché mi piaceva di più’. Però allora il sax in Conservatorio non c’era in quanto non era considerato uno strumento “nobile” e c’era posto solo per iscriversi a fagotto ma io il fagotto non lo volevo suonare ! Allora ho cambiato direzione di studi e mi sono iscritto alla scuola di liuteria di Cremona, perché mi piaceva molto anche lavorare il legno e questo metteva insieme un po’entrambe le cose. Mi sono diplomato e ho costruito tanti strumenti, nel frattempo continuavo a suonare dappertutto dove mi chiamavano, dalle orchestre da ballo (tante) ai gruppi Heavy Metal (pochi, perché il sax non va molto in quel genere musicale…). E ho cominciato anche a lavorare come musicista e come fonico in vari studi di registrazione. Ad un certo punto però non riuscivo a fare tutto, quindi ho dovuto mollare la liuteria per dedicarmi a tempo pieno a suonare, scrivere e arrangiare, oltre ad aprire uno studio mio che ha lavorato a pieno ritmo per tanti anni.

Nel 1998 ho inciso il mio primo lavoro da solista “BIG CITY DREAMER”, grazie a Lorenzo Poli e Alberto Tafuri che mi hanno dato una bella mano perché io (ma non solo io) mi considero bravo a produrre gli altri ma meno bravo a produrre me stesso, non è facile essere obiettivi.

Nel 2003 sono andato un po’ a New York e ho registrato il mio secondo Cd “TALKIN BACK” con tanti musicisti italiani (Lorenzo Poli, Marco “Nano”Orsi, Giorgio di Tullio, Lorenzo de Finti, Alfredo Golino, Giovanni Guerretti, Alberto Venturini, Riccardo Fioravanti, Andrea Carpena, Mario Chiesa, Alberto Tafuri, Erminio Cella) e ospiti americani (Hiram Bullock, Bob James). Sul Cd ci sono anche due mie canzoni cantate splendidamente da Paola Folli. Nel frattempo mi sono messo a suonare in giro proponendo la mia musica e ho fatto anche un breve tour con Hiram Bullock, con lui mi trovavo benissimo ed eravamo sulla stessa lunghezza d’onda. Abbiamo suonato anche al Jazzkom 2010 e al Blue Note di New York. Peccato che se n’è andato cosi’presto, era un musicista eccezionale con una carica unica.

Nel 2009 ho realizzato il mio terzo Cd “CRYSTALS”, sempre prodotto da Lorenzo Poli. Ci ho messo un bel po’a ne è valsa la pena perché è venuto proprio come lo volevo. La ritmica di John Patitucci e Giovanni Giorgi è quella che piace a me, arricchita dalle chitarre di Hiram Bullock e Andrea Carpena e i soli di Randy Brecker, supportati da un’orchestra d’archi e una sezione fiati.

Nel 2014 ho realizzato per Warner Music Group “CONTRALTO”, un Cd dove mi è stato richiesto di reinterpretare a modo mio brani tratti dal loro catalogo e l’ho fatto volentieri, con la sonorità che mi piace.

Nel 2015 ho cambiato un po’ sonorità. Gli archi sono da sempre una mia passione (forse anche perché facevo il liutaio..) e ho realizzato “INTO THE STRINGS”, un Cd dove c’è un trio di base (Giovanni Giorgi, Lorenzo Poli e Andrea Carpena) e un’orchestra d’archi ad arricchire il tutto. Ci sono anche brani registrati con il quartetto d’archi “Archimia”, con questa formazione abbiamo fatto anche un tour teatrale nel 2018.

Nel 2017 sono ritornato un po’ sul funky elettrico e ho realizzato l’Ep di 4 brani “FUNKY PARTY” con Alfredo Golino, Lorenzo Poli, Andrea Carpena e Alberto Gurrisi. In un brano duetto con il rapper Joshua West, alias Dr.West.

Veniamo al presente. Nel 2020 insieme a Maxx Furian, Ernesto da Silva, Alex Carreri, Andrea Pollione e Pap Ieri Samb ho realizzato un Cd che volevo fare da tempo, “TRAIT D’UNION”, basato su suoni e ritmiche molto africane. L’Africa mi ha sempre appassionato molto. I suoni, i colori e i ritmi tribali africani mi hanno sempre trasmesso delle forti emozioni. E in questo disco ho provato ad unire queste cose con la musica che amo da sempre cioè il blues, il jazz, il funky. Il risultato è una sonorità particolare nella quale mi sento a mio agio, perché c’è un po’ tutto quello che mi piace e spero di riuscire a trasmettere a chi ascolta le stesse emozioni che dà a me. La musica deve unire le cose e le persone, non differenziarle; solitamente ci riesce più di tanti discorsi. I testi che accompagnano le musiche sono in lingua Wolof e hanno un significato di base : che la vita va vissuta serenamente e in questo mondo attuale pieno di odio, di gente incazzata, di discriminazioni c’è bisogno di unire e non di differenziare in base al colore o alla provenienza. La musica non ha confini…

Le mie produzioni sono tutte autoprodotte e distribuite dalla label LEVEL49, il sax che uso da sempre è un Yamaha Custom YAS-855 e la legatura è della Olegligature.

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