Musica
RADIO DATE, da venerdì 9 Ottobre. Francesco Bianconi rinasce solista, Asaf Avidan si mette a nudo, i Negramaro assieme appassionatamente
Radio Date: tutti i singoli disponibili per la programmazione da venerdì 9 Ottobre 2020
Radio Date, torna l’appuntamento di OA Plus con i nuovi singoli dei cantanti nazionali ed intenzionali che a partire da venerdì 9 ottobre 2020 saranno in rotazione radiofonica.
Tra le nuove uscite discografiche disponibili per la programmazione, che vengono elencate in questo terzo Radio Date d’autunno, ci sono molti artisti internazionali, tra cui Asaf Avidan, pronto alla promozione italiana dell’ultimo singolo, Lost Horse, e la giovane Salem Ilese con l’hit virale Mad at Disney.
Sull’onda pronta a travolgere i tormentoni di quest’estate 2020, anche diversi ritorni italiani, a partire dal cantautore Francesco Bianconi con il terzo singolo solista, intitolato Certi uomini, che anticipa l’album di debutto per la BMG Rights Management. E poi i salentini Negramaro, il fiorentino Marco Masini e il milanese J-Ax.
La trap mangia-classifiche non sta a guardare e schiera nuovi protagonisti: da Anna, in coppia con il collega Gué Pequeno per Bla bla, a Carl Brave, che invece si accoppia con l’ex ciclone estivo Elodie per Parli parli. Random cambia il singolo post estivo (Ritornerai 2 al posto di Nudi nel letto), ma è ancora meno convincente e la performance canora è agghiacciante.
Tra i tanti emergenti in rampa di lancio anche Kram, ex concorrente di Castrocaro, Roccuzzo, nuovo concorrente di X Factor, Beatrice Pezzini, ex di The Voice of Italy, e Leo Pari, indicato come il sostituto immaginario di Tommaso Paradiso nei Thegiornalisti.
FRANCESCO BIANCONI | CERTI UOMINI
Esce in radio il 9 ottobre “Certi uomini”, un nuovo brano estratto da “Forever”, il primo progetto solista di Francesco Bianconi che verrà pubblicato il 16 ottobre da Ponderosa Music Records/BMG. Anticipato dall’uscita dei brani “Il Bene” e “L’abisso”, “Forever” è un album universale e probabilmente senza tempo, dove l’unica cosa che conta veramente, sono le canzoni.
“Certi uomini”, come racconta Bianconi, “È una canzone scritta di getto, dopo una cena in cui qualcuno dei partecipanti si chiedeva quale fosse il motore del mondo e che cosa spingesse gli esseri umani a compiere determinate azioni. È una canzone di vita, di febbricitante desiderio di vita, direi. E forse anche di ricerca di qualcosa di meno transitorio, di un’origine, di un assoluto. Musicalmente è molto semplice, e mi piace proprio perché è una folk song che si potrebbe anche cantare in strada, chitarra e voce. Come in tutto il resto del disco, anche qui ci sono gli archi del Balanescu Quartet. Il pianoforte è suonato da Thomas Bartlett (collaboratore di Saint Vincent, Antony and The Johnsons, Sufjan Stevens), mentre Amedeo Pace suona un arpeggio di chitarra elettrica dal secondo inciso in poi, Ivan Rossi il Minimoog, io la celesta e Mirco Mariani l’Ondioline”.
“Forever”, prodotto da Amedeo Pace (Blonde Redhead) e registrato ai Real World Studios di Bath. Un disco scarno negli arrangiamenti e senza la tradizionale ritmica basso-chitarra-batteria, concepito con l’idea di usare la voce come unico elemento percussivo e con la presenza, nel tessuto di base di ogni pezzo, di un quartetto d’archi, il Quartetto Balanescu ensemble, e dei pianisti Michele Fedrigotti e Thomas Bartlett che si alternano nell’esecuzione dei brani. Nel suo nuovo lavoro Bianconi ha fortemente voluto la partecipazione di altre voci: Rufus Wainwright, Eleanor Friedberger, Kazu Makino e Hindi Zahra; tutti artisti internazionali con cui ha avuto il piacere di collaborare sia per la scrittura dei brani sia per l’esecuzione della parte vocale.
In attesa dell’uscita del disco, sui canali dell’artista potete trovare i capitoli di un format dal titolo “Storie Inventate”, scritto e ideato da Bianconi, pensato come un racconto, per immagini e musica, di diversi temi realizzati e affrontati con la partecipazione di ospiti differenti per ogni puntata. Insieme ad Angelo Trabace, per ogni puntata, Bianconi si è divertito ad arrangiare e suonare in libertà una canzone che gli è sempre piaciuta, spogliandola dell’arrangiamento originale e rivisitandola. Il format prevede otto puntate che sapranno sicuramente sorprendere i navigatori del web.
ASAF AVIDAN | LOST HORSE
Asaf Avidan, l’artista israeliano apertamente gay e dalla voce androgina e profonda, torna dopo una valanga di dischi d’oro e platino in oltre 15 Paese con un nuovo singolo, intitolato “Lost horse” e tratto dal nuovo album “Anagorisis”, pubblicato l’11 settembre da Artist First. “Lost Horse”, anima dell’intero disco, raccoglie l’essenza del concetto di ‘Anagnorisis’, termine coniato da Aristotele per individuare quel particolare ed improvviso momento in cui si rivela la propria identità. In seguito alla perdita di una cavalla, spaventata da un lupo che si aggirava nei dintorni della casa di Asaf Avidan nelle Marche, Asaf, rassegnato, dopo averla cercata per giorni esprime il suo dolore scrivendo il brano, realizzando nello stesso momento che, dietro il sentimento celato dalla perdita dell’animale, in realtà si nascondevano molte emozioni e sensazioni che necessitavano di venire allo scoperto.
Anticipato dai singoli “Earth Odyssey”, “Lost Horse”, ‘Anagnorisis’ (il cui video è stato diretto da Wim Wenders) e dal recente “900 Days”, Asaf Avidan pubblica l’11 settembre 2020 il disco della rinascita. Ad accompagnarne la pubblicazione fisica (cd, vinile), la novella scritta appositamente da Johathan Safran Foer, un incontro tra il musicista e lo scrittore frutto di un’amicizia sincera. Dopo l’incontro sul sofà di casa Foer a Brooklyn, nasce il racconto intitolato ‘Asaf e il Lupo’, inserito nel booklet del disco e pubblicato in anteprima su La Lettura de Il Corriere della Sera lo scorso 6 settembre 2020. Partendo dalle cicatrici di Asaf, segno del vano tentativo di addomesticare un giovane lupo, si passa attraverso i graffiti parietali rinvenuti nella Grotta di Lascaux in Francia, risalenti a 17500 anni fa, per giungere al nuovo disco di Asaf Avidan ‘Anagnorisis’. Un percorso tortuoso quanto affascinante.
Dopo quasi dieci anni di tour no stop, Asaf Avidan, alla soglia dei quarant’anni, decide di prendersi ‘at least one year off the road’ per riflettere sulla propria carriera artistica e sulla sua vita personale, per godere di momenti di pace, per assaporare l’arte, per riscoprire sé stesso, per vivere diversamente e, di conseguenza, per comporre musica in un modo nuovo. Dopo aver scoperto una magnifica tenuta nel centro Italia, diventata poi il suo studio di registrazione, circondato da campi, olivi e da tantissimo blu, Asaf Avidan prova a scoprire nuovamente il suo sé. A tale proposito il cantautore afferma: “Prima del mio quarantesimo compleanno, mi sono ritrovato a prendermi del tempo lontano dal palco e a scavare nel mio io alla ricerca di nuovi modi per capire e catturare chi sono. Ma più scavavo in profondità, dentro di me, più la situazione era intangibile. Muoversi, mutare… ogni volta che credevo di aver afferrato quel qualcosa e ne scrivevo, questo cambiava già e si trasformava in qualcos’altro. Come artista è stato devastante il non essere in grado di “catturare” alcunché di preciso. Come essere umano, è stato impegnativo ma inebriante. Tutti i sentimenti, le storie e gli archetipi profondi in me erano intrecciati in una nuvola complessa, astratta, in continua evoluzione. Cercare di catturarla sarebbe stata una disfatta ma, indipendentemente dall’impossibilità, ho sentito il bisogno di provare a ritrarre quel paesaggio.” Ed è da queste considerazioni, da queste riflessioni, che prende forma ‘Anagnorisis’.
Sarebbe però troppo semplicistico pensare che questa manifestazione del ‘nuovo’ e più consapevole Avidan, sia esplicita. La rivelazione dell’identità del personaggio – come da titolo del disco – è caleidoscopica. Nell’album ci sono differenti versioni di Asaf: ‘Anagnorisis’ è un disco multidimensionale. La verità è a portata di mano ma è mutevole come lo è la natura. Ogni brano del nuovo disco sembra riecheggiare con radici profonde che scavano verso l’interno con strutture curate e precise, arricchite da correnti musicali che spaziano dall’hip-hop anni ’90 al pop più attuale, fino alla musica gospel.
Tutte le voci contenute in ‘Anagnorisis’ sono di Asaf Avidan, che ha registrato alcune strofe fino a dodici volte per sovrapporre, con differenti tonalità, la stessa voce. Anche tutti gli strumenti nel disco sono stati suonati solamente da Asaf. Mille sfumature che appartengono ad un’unica figura, in grado di spaziare dal falsetto al baritono fino alla sua inconfondibile tonalità vocale androgina. Il disco è stato registrato in parte nel suo piccolo studio a Tel Aviv, dove Asaf è stato affiancato dal fidato collaboratore Tamir Muskat, già al lavoro su ‘Different Pulses’ e ‘Gold Shadow’, ed in parte, causa lockdown, nella propria casa in Italia, ma questo ha favorito la sua libertà a poter suonare e registrare anche in piena notte, lasciandosi trascinare dal flusso creativo e dal magico silenzio. Il vero ‘Anagnorisis’ per Asaf Avidan, la vera rivelazione, è che la complessità, la molteplicità e la confusione sono parte dell’esistenza umana. Di conseguenza, non c’è mai un solo momento di chiarezza che rappresenti più verità di qualsiasi altro.
A tre anni di distanza dall’ultima apparizione in solo sui palchi italiani con ‘The Study of Falling’, Asaf Avidan è pronto a tornare nel 2021 con una serie di concerti con band, a supporto del nuovo album. Le date ufficializzate del tour 2021: 20 febbraio 2021, Roma, Auditorium Parco della Musica, Sala Sinopoli; 21 febbraio 2021, Milano, Magazzini Generali; 23 febbraio 2021, Bologna, Teatro Duse.
Venerdì 9 Ottobre 2020
Giovedì 8 Ottobre 2020
Mercoledì 7 Ottobre 2020
Martedì 6 Ottobre 2020
Lunedì 5 Ottobre 2020
Chicca qui per mettere “Mi piace” al BLOG HIT NON HIT
https://www.instagram.com/p/CF_7Sk2gL4f/?utm_source=ig_web_copy_link
Clicca qui per seguire OA PLUS su INSTAGRAM