Attualità
Il MEI 2020 è la prova di come si può e si deve fare musica dal vivo
Anche questa edizione del MEI è passata. Il che, detto così, forse significa poco, o comunque sembra banale, quasi scontato. Invece, questo MEI, in questo 2020, rappresenta un punto di arrivo e un punto di partenza per la musica in Italia.
Ormai bene addentro al mondo post Covid, dove il lockdown passato proietta la sua ombra lunga sul futuro, c’erano più interrogativi che certezze. Si faranno concerti questa estate? Ci sarà modo di suonare dal vivo? Anche il MEI di Faenza sarà costretto a rimandare, o a saltare quest’anno?
Poi, la volontà di Giordano Sangiorgi, patron e ideatore del MEI, è stata quella di continuare, insistere, lavorarci e provarci. Quindi, a inizio ottobre, come un’ideale chiusura di una estate e l’inizio di un nuovo anno professionale, eccolo, infine, questo MEI.
E che edizione è stata?
Sabato 3 ottobre non lo dimenticherò mai. Io – Riccardo De Stefano, per chi ha la pigrizia di non leggere la firma – ho avuto il piacere e l’onore di scegliere e premiare i tre artisti del premio Giovani MEI – ExitWell, riconoscimento che quest’anno è stato assegnato a Ernia come “miglior progetto 2020”, Galeffi come “migliore disco dell’anno” e Tutti Fenomeni come “migliore artista dell’anno”.
Ed è stato surreale – ma suggestivo, nel suo straniamento – vedere la piazza centrale di Faenza con i posti a sedere distanziati, ma piena di gente attenta, che probabilmente un palco così non lo vedeva da mesi.
E sul palco centrale, oltre l’esibizione strappacuore di Galeffi, sono poi saliti Colapesce e Dimartino, come premio PIMI (premio artista indipendente) e PIVI (premio videoclip indipendente) dell’anno, consegnato loro dalle mie mani e da quelle del responsabile del PIVI Fabrizio Galassi, a cui è seguita poi l’esibizione del duo, conferma di un lavoro straordinario e che resterà negli anni.
E non dimentichiamoci invece i grandi nomi che la Storia della Musica italiana l’hanno scritta e continuano a scriverla: Tosca, vincitrice del Premio Speciale Nilla Pizzi, incanta il pubblico di Piazza Nenni, davanti al Teatro Masini che avrebbe dovuto ospitare lo show e che per motivi di sicurezza è stato allestito in esterna; poi, uno straordinario Piero Pelù chiude la serata nella Piazza del Popolo, forte del Premio alla Carriera per i suoi 40 anni di attività musicale, confermandosi performer e showman senza pari in Italia.
Ma se questi sono stati i nomi da cartellone, non sarebbe giusto ignorare le nuove leve della musica italiana presenti sul palco di Piazza della Libertà, da sempre dedicato agli emergenti e i talenti del futuro. Lì, insieme ai ragazzi di It’s Up 2U! (specialmente Emanuele Binelli e Pepe Carpitella), abbiamo allestito uno show di oltre dieci ore, tutte seguite dall’infaticabile Giorgia Groccia come conduttrice di palco. In una lunghissima carrellata di talenti, ci tengo a segnalare i Santamarya, vincitori del contest SuperStage e premiati da Riccardo Magni di ExitWell, e soprattutto Leon Faun, giovanissimo talento di casa Thaurus, al suo primo live in assoluto e già con un seguito di pubblico – e una presenza scenica – come i grandi artisti già affermati. Un nome da segnarsi in agenda e seguire attentamente: farà strada.
La domenica, 4 ottobre, ha visto continuare la musica. gli show di Omar Pedrini e Gianni Maroccolo con Edda hanno completato il giro del mondo musicale attuale, grazie agli show di grandi artisti ancora così rilevanti sulla scena rock italiana. E se i live show sono stati spezzati dalle presentazioni dei libri di Francesca Amodio “L’osteria del palco” e di Ghigo Renzulli (altro vertice del triangolo Litfiba e altro premio alla carriera) “New Wave a Firenze”, lo Spazio Corona di Piazza della Libertà è culminato nello show dei Lennon Kelly, band romagnola accolta da ovazioni.
Insomma, anche questo MEI è finito.
Ma non è stata una edizione normale, perché non è stato un anno normale. Bisogna riconoscere e premiare il coraggio di Giordano Sangiorgi e di tutta l’organizzazione, ma anche delle istituzioni che si sono prese il rischio di organizzare un evento pubblico, gratuito, con migliaia di persone, eppure riuscire a mantenere l’ordine e rispettare le normative vigenti in fatto di Covid-19.
Il MEI si è dimostrato modello sostenibile per eventi dal vivo in Italia, per la musica che deve tornare a suonare sul palco. Perché si può fare, e a questo punto si deve fare.
Chissà come sarà l’anno prossimo, che succederà. Se staremo meglio, o peggio, se tutto sarà solo un ricordo o siamo entrati invece nel new normal.
Il futuro non lo conosciamo, ma il presente sì: e questo MEI 2020 è stato davvero l’Anno Zero, un evento da ricordare e emulare. Perché oggi più che mai abbiamo bisogno di Musica.
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