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Svizzera, al referendum contro gli accordi con l’Ue vince il “no”

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Ieri in Svizzera la maggioranza dei cittadini si è espressa favorevole alla libera circolazione tra lo stato elvetico e i paesi dell’Unione Europea. il 63% degli elettori ha infatti votato “no” al referendum che si è svolto ieri per eliminare la possibilità di accordi di libera circolazione con altri stati.

Il referendum promosso dal partito di destra dell’Unione Democratica di Centro, nello specifico, voleva abolire i sette accordi che nel 2008 sono stati firmati da Berna e Bruxelles, che prevedono patti tra Svizzera e Ue riguardanti, oltre alla libera circolazione delle persone, trasporti aerei e terrestri, ricerca, agricoltura, ostacoli tecnici al commercio e appalti pubblici. Questi sette accordi sono vincolati a una cosiddetta clausola ghigliottina: l’annullamento di uno solo degli accordi avrebbe annullato anche tutti gli altri, ragione per la quale secondo l’Unione Democratica di Centro i cittadini elvetici non hanno accettato di moderare le regole di immigrazione.

Anche il Governo e il Parlamento svizzeri si erano schierati contro il referendum, ritenendo che gli accordi sulla libera circolazione abbiano in realtà giovato all’economia elvetica, e che una chiusura delle frontiere avrebbe messo in crisi le aziende più competitive dello stato, specialmente del settore farmaceutico, fiore all’occhiello dell’industria elvetica.

Con meno di 9 milioni di abitanti, la Svizzera ospita sul proprio suolo oltre due milioni di immigrati. Di questi, 630mila sono italiani. In più, vanno aggiunti tutti i transfrontalieri che ogni giorno varcano il confine per lavoro. Basti pensare che anche nel periodo più critico dell’epidemia i confini svizzeri restavano aperti ai lavoratori lombardi. Stupiscono a riguardo le proiezioni del voto in Canton Ticino, dove più del 53% degli elettori avrebbe votato “sì”.

 

 

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Crediti Foto: LaPresse