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Bersani fa “Harakiri” in attesa del nuovo album “Cinema Samuele” – VIDEO E TESTO

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Harakiri

Torna in rotazione radiofonica ed in tutti i digital store Samuele Bersani, che lancia “Harakiri”, il suo nuovo singolo, rilasciato il 18 settembre, mentre il suo nuovo album “Cinema Samuele”, uscirà il 2 ottobre 2020.

Il cantautore Samuele Bersani, anticipando di due settimane l’uscita della sua nuova fatica discografica, ha lanciato il primo brano estratto, “Harakiri“, accompagnato da un video che ha il sapore di un cortometraggio. Il soggetto è di Pacifico, mentre la regia è di Giacomo Triglia, ed è interpretato da Jozef Gjura.

Il nono album in studio dell’artista, “Cinema Samuele” è stato annunciato il 4 settembre, e sarà una sorta di regalo di compleanno dell’artista, che l’1 ottobre, alla vigilia del lancio del nuovo disco, compirà 50 anni. L’album comprenderà dieci brani inediti, dei quali “Harakiri” è il primo ad essere svelato.

SAMUELE BERSANI | I NUMERI

Samuele Bersani, cantautore italiano classe 1970, ha conquistato in carriera ben tre Targhe Tenco. Ha pubblicato otto album in studio (“Cinema Samuele” sarà il nono), ed un album live, mentre sono due le raccolte all’attivo.

VIDEO E TESTO “HARAKIRI”

TESTO

Stava facendosi harakiri
chiuso in un cinema porno francese
ma dopo i primi tentativi
“Non è il momento” disse, poi si arrese
agli sviluppi della trama
alla profondità dei dialoghi

Per arrivare all’astronave
Quella scatola tutta lamiere
Che non smetteva di tremare
E si appoggiava appena su due pietre
Aveva attraversato i campi
E si era aperto il mignolo di un piede

Canzoni d’amore altamente nocive
Per un cuore già troppo pulsante
Sapendo che in giro non c’era un dottore
Non stava mai lì ad ascoltarle

Davanti a uno specchio di carta argentata
Pensò: “Guarda che fisico!”
Potrei dire di aver fatto lo stuntman

Si addormentò spontaneamente
Con il sonnifero lasciato in tasca
Con il sorriso deficiente
Di un imbucato al centro della festa
Sognò di avere un’aragosta
Ancora viva dentro ad una busta
Si era svegliato col cappotto addosso
Con una tanica di acqua di fosso
Da far bollire sul fornello
Tenuto in bilico con un ombrello
Che non poteva più aprirsi
Ma gli era utile per questo e quello

Persino a far finta di avere un fucile
Col quale difendersi quando
Provavano a superare il confine
Sparava bestemmie di marmo
Davanti ai ragazzi seduti sui cofani che lo provocavano
Tirò giù anche l’ultimo santo

Poi dopo una serie giorni infelici
Venne fuori vestito di bianco
Sembrava una lucciola in mezzo a un blackout

Per fargli un regalo anche il cielo di colpo si aprì a serramanico
Come se spalancasse un sipario

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Foto: LaPresse

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