Attualità
Arrigo Levi, morto nella notte il giornalista italiano
Si è spento nella notte Arrigo Levi, il giornalista aveva 94 anni. Difensore dei valori etici e laici, parlava e scriveva correntemente quattro lingue
Arrigo Levi
Arrigo Levi parlava e scriveva correntemente, quattro lingue. Grazie alle sue qualità, divenne “consigliere fidato” di due “Presidenti della Repubblica”. Prima di morire, ha cantato l’inno d’Israele (La speranza) e una filastrocca modenese, probabilmente a lui cara fin dall’infanzia. Levi era infatti nato a Modena (dove si terrà il funerale in forma strettamente privata) il 17 luglio del 1926. Aveva iniziato a lavorare come giornalista a Buenos Aires (Argentina), città nella quale la famiglia si era rifugiata per sfuggire alle persecuzioni razziali. Da giovane è finito in carcere per aver partecipato alle manifestazioni contro Peron. Dopo la laurea in Filosofia a Bologna, si arruola nell’esercito israeliano. In seguito lavora alla “BBC”, alla “Settimana Incom”, alla “Gazzetta del Popolo” e al “Corriere della Sera”. Divenne poi direttore de “La Stampa” nel 1973. Fu a lungo editorialista del “Times” e autore di una rubrica su “Newsweek” redatta direttamente in inglese. Lo “spirito innovativo” lo condusse in televisione dove fu conduttore e coordinatore del “Tg Rai”. Dal 1999 al 2006 è stato consulente per la comunicazione della presidenza della Repubblica, con Carlo Azeglio Ciampi, poi consulente personale del presidente Napolitano fino al 2013.
E’ autore, tra le altre cose, di 26 libri. Durante la sua carriera ha ottenuto il “Premio Trento” per il giornalismo (1987), il “Premio Luigi Barzini” come miglior corrispondente (1995) e il “Premio Ischia Internazionale” (2001).
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Crediti Foto: LaPresse