Attualità
Colpo di Stato in Mali, arrestati presidente e primo ministro. Preoccupazione nella comunità internazionale
In Mali un colpo di Stato ha portato alle dimissioni del presidente Ibrahim Boubacar Keita e del primo ministro Boubou Cissé. Alcuni militari dell’esercito hanno arrestato i leader del Paese e li hanno condotti in un campo dell’esercito, a Kati, poco lontano dalla capitale Bamako.
“Non voglio che venga versato sangue per restare al potere” queste sono state le parole del presidente che ha preferito non fare resistenza e sciogliere il Parlamento. Il presidente Keita era stato rieletto nel 2018, ma fortemente contestato per corruzione, oltre che per non aver risolto i problemi di povertà del Paese e le divisioni interne fra Nord e Sud. Secondo i militari che hanno arrestato il presidente e il primo ministro, infatti, non si tratterebbe di un colpo di Stato, ma di un’insurrezione popolare.
I mancati pagamenti hanno poi inasprito le relazioni tra il governo e l’esercito. Il golpe sarebbe partito proprio dal campo di Kati, dal colonnello Malick Diaw e dal generale Sadio Camara. Il campo di Kati non è nuovo a questo tipo di azioni. L’ultimo colpo di Stato, quello del 2012, era iniziato proprio da lì. In quell’occasione il golpe aveva destituito il presidente Toumani Touré, in carica dal 2002. Non è chiaro se la parte dell’esercito che ha condotto il colpo di Stato abbia adesso il controllo del Paese. L’intenzione dei militari sarebbe quella di portare il Mali a nuove elezioni democratiche che rifondino il Paese, ma in via precauzionale i confini sono stati chiusi e i flussi di denaro in entrata nel Paese interrotti dalla Comunità Economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas).
Il segretario generale delle Nazioni Unite (Onu), Antonio Guterres, ha convocato per oggi una riunione del Consiglio di Sicurezza, l’organo incaricato di vigilare sulla pace e sulla sicurezza internazionale. Tra i compiti del Consiglio di Sicurezza – infatti – c’è quello di indagare le controversie e individuare possibili minacce. Il presidente francese, Emmanuel Macron, si è messo in contatto con i leader politici delle nazioni limitrofe e anche l’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell’Unione europea, Josep Borrell, ha condannato il golpe che “non può essere in nessun caso una risposta alla profonda crisi socio-politica che sta spaccando il Paese”.
Molte ambasciate presenti nel Paese hanno già avvisato i rispettivi connazionali di restare in casa e di limitare gli spostamenti, soprattutto nell’area che comprende Bamako e Kati. L’Italia non ha un’ambasciata in Mali, e gli italiani in loco possono fare riferimento a quella in Senegal.
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Crediti foto: LaPresse