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Salvini e la decisione del Senato, il caso Open Arms e l’immunità parlamentare

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Ieri pomeriggio il Senato ha formalmente autorizzato la magistratura a procedere le indagini sull’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini. La questione si riferisce alla vicenda Open Arms dello scorso anno, quando Salvini era ancora ministro dell’Interno, prima che il governo naufragasse, ad agosto.

La Giunta per le immunità era contraria. Lo scorso 26 maggio aveva negato al tribunale dei ministri di Palermo il permesso di procedere, ma serviva la maggioranza assoluta in Senato, ovvero di 160 voti, per confermare o cambiare questa decisione. In quella occasione il partito di Matteo Renzi, Italia Viva, non aveva partecipato al voto. Nella votazione di ieri, però, Matteo Renzi si è fatto portavoce del suo partito affermando che non ci fu interesse pubblico nelle azioni dell’allora ministro dell’Interno.

Con 149 voti a favore della prosecuzione delle indagini, 141 contro e un solo astenuto, il Senato ha deciso che la magistratura può procedere il suo lavoro nei confronti del senatore Matteo Salvini che potrà – dunque – essere processato. I voti che hanno appoggiato Salvini, contrari al processo, sono stati quelli della Lega, di Forza Italia e di Fratelli d’Italia. Mentre Movimento 5 stelle, Partito Democratico, Liberi e Uguali e Italia Viva hanno detto sì alla prosecuzione delle indagini a carico del senatore.

Il caso della ONG spagnola Open Arms risale ad agosto 2019 e vede Salvini accusato di sequestro di persona e omissione di atti di ufficio per aver impedito alla nave con 151 migranti a bordo di attraccare a Lampedusa. Per 19 giorni la nave rimase in balia del mare, anche dopo che il Tribunale Amministrativo del Lazio (Tar) aveva sospeso il divieto voluto dall’allora ministro Salvini.

La legge prevede maggiori tutele per deputati e senatori che sono accusati di reati mentre esercitano le loro funzioni. L’immunità parlamentare è un benefit sempre molto discusso. Regolato dall’articolo 68 della Costituzione, questo diritto si esaurisce una volta terminato l’incarico politico. Serve per garantire il lineare svolgimento delle funzioni di chi è al governo, evitando ripicche di avversari politici. Per questo, le Camere devono votare l’autorizzazione della magistratura a procedere.

Ne sa qualcosa Silvio Berlusconi, contrario alla decisione del Senato, che in prima persona ha vissuto la stessa esperienza. “Ancora una volta, si fa uso politico della giustizia” ha affermato, rievocando le sue vicende giudiziarie. La votazione è stata – infatti – oggetto di critiche da parte di chi vede nell’esito la volontà di mettere Salvini fuori gioco. Al termine dell’assemblea lui stesso ha citato il secondo presidente della Repubblica Italiana, Luigi Einaudi: “Quando la politica entra nella giustizia, la giustizia esce dalla finestra”.

Anche se il Senato ha dato il via libera, non è comunque detto che Matteo Salvini venga processato. Il tribunale dei ministri dovrà trasmettere il caso al tribunale ordinario di Palermo. In altre parole, la procura di Palermo dovrà indagare per decidere se le accuse a Salvini sono fondate o meno.

 

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Crediti foto: LaPresse