Musica

“Emisferi”, nell’ultimo disco di Barbara Eramo si respira l’arte

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4 anni fa

27 Luglio 2020

Tarantina doc, quello di Barbara Eramo è un nome non certo sconosciuto ai più. Con una carriera ventennale alle spalle, votata alla poliedricità e alla contaminazione – dall’esperienza iniziale col “Quartetto Spiritual di Roma” a quella come corista di Paola Turci, passando per le collaborazioni con Diana Tejera, Alessio Bonomo, Fausto Mesolella, Hector Zazou, Stefano Saletti, Nicola Piovani, fino all’approdo alla musica per il cinema di Matteo Garrone – su composizioni di Alexandre Desplat – Manetti Bros, Monteleone (per i quali canta e firma alcune tracce insieme a Pivio e Aldo De Scalzi) – un Premio della Critica al Festival di Sanremo del 1998 nella sezione giovani con il brano “Senza confini”, in coppia con Claudio Passavanti, proprio la contaminazione concettuale e stilistica è il cardine di quest’ultimo lavoro della Eramo dal titolo “Emisferi” (MBC/Pirames International), anticipato a gennaio dal singolo omonimo e pubblicato parallelamente al videoclip ufficiale del brano “La grande onda”, splendido omaggio alla capacità evocativa dell’arte arrangiato e prodotto da Roberto Procaccini e sublimato dalla voce eterea e cristallina della cantautrice.

Undici brani che difficilmente danno ad “Emisferi” la possibilità di incasellarsi in un genere preciso, tutti firmati dalla Eramo con la collaborazione, fra gli altri, di Claudio Morici ne “L’uomo Tigre” e Dap in “Ordinary people”, e questo è indubbiamente uno dei meriti di questo lavoro squisitamente composito dalle sonorità a cavallo fra il pop e l’elettronica più ricercata, in cui emerge una cura del dettaglio testuale e sonoro senz’altro figlia del monumentale retaggio teatrale e cinematografico dell’artista che in quest’occasione svolge l’operazione inversa, quella di comporre per immagini che proprio le sue note andranno ad evocare, e lo fa con sapienza, estro, maestria, consapevolezza.

Certo è che “Emisferi” è un lavoro per onnivori selettivi, che non si lasciano turbare dalla ragionata pretenziosità del disco in questione, sicuramente elevata nella sua matrice prolissa e un filo barocca, ma che tuttavia la Eramo sorregge in gran parte con credibilità e convinzione. “Emisferi” pertanto si rivela un ascolto godibile ed avanguardista, che non si lascia sedurre dalle tendenze modaiole del momento e che viaggia sicuro verso la rotta, giusto di tanto in tanto abbagliata da un orizzonte un po’ troppo accecante.