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Il governo pensa al decreto agosto. Più cassa integrazione e revisione delle scadenze fiscali

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Il Parlamento dovrà votare il 29 luglio lo scostamento di bilancio richiesto dal governo. Si tratta di altri 25 miliardi che il governo utilizzerebbe per prolungare la cassa integrazione, rivedere scadenze fiscali e importi, incentivare i contratti a tempo indeterminato, finanziare la ripresa della scuola in sicurezza, sostenere Comuni e Regioni e i settori più colpiti dalla pandemia, come turismo, ristorazione e automotive. Sarebbe il terzo scostamento di bilancio dall’inizio dell’emergenza sanitaria e avrebbe l’obiettivo di varare entro la metà di agosto un decreto che risponda alla necessità di nuovi interventi.

Se molte attività non hanno ancora riaperto, si teme che altre siano costrette a chiudere presto e che i licenziamenti subiscano un’impennata non appena non ci sarà più il divieto imposto dal governo fissato, al momento in vigore fino al 17 agosto. Per questo il decreto agosto dovrebbe contenere una proroga della cassa integrazione e del blocco dei licenziamenti fino alla fine dell’anno. Provvedimento che potrebbe riguardare in particolare i lavoratori e le imprese dei settori più colpiti dalla pandemia attraverso un criterio di selezione.

Ci sarebbe poi una misura di decontribuzione, ovvero incentivi alle imprese che decidono di non fare uso della cassa integrazione e per questo vengono premiate dallo Stato. Secondo i dati dell’Inps le ore di cassa integrazione sono state 2 milioni e 228 mila da gennaio a giugno, il 758% in più rispetto allo stesso periodo del 2019. L’ipotesi di cui si era parlato dopo gli Stati Generali di un taglio temporaneo dell’Iva sembra accantonata. Anche questa possibilità aveva diviso gli animi. C’era chi sosteneva che fosse una misura efficace per potenziare i consumi e chi invece ad un taglio temporaneo preferiva l’intervento sull’Irpef per agevolare il mondo del lavoro.

Per scoraggiare l’uso del denaro contante e combattere l’evasione fiscale, però, l’Iva potrebbe essere ridotta per chi effettua pagamenti elettronici. Sullo sfondo ci sarebbe poi la riforma fiscale a cui starebbe lavorando il governo. Non solo per il rinvio delle scadenze per i settori che più hanno risentito dell’emergenza, ma anche per diluire i pagamenti e alleggerire il carico fiscale dopo il Coronavirus. Gli impegni fiscali di marzo, aprile e maggio erano stati rimandati al 16 settembre, con possibilità di dividere gli importi in quattro rate. Ma adesso il governo vorrebbe prolungare queste scadenze, in modo da diluire le cifre da versare quest’anno.

La revisione di scadenze e importi avrebbe il valore di circa 4 miliardi, ma la cifra potrebbe salire. Anche il calendario dei versamenti delle partite Iva andrebbe rivoluzionato con l’eliminazione del sistema di acconti e saldi. Gli importi verrebbero calcolati in base alle entrate e spalmati per tutto il corso dell’anno. Al vaglio ci sono poi anche nuovi prestiti fino a 30mila euro per le piccole e medie imprese e la possibile sospensione dell’Imu per le strutture alberghiere.

 

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Crediti foto: LaPresse