Attualità
Italia tra gli ultimi per livelli di istruzione. Il divario è anche interno
I Paesi del Sud Europa non sono solo quelli con il quadro finanziario più compromesso, o i più colpiti dall’emergenza sanitaria. Sono anche fra gli ultimi per livello d’istruzione in Europa. L’Italia si colloca davanti solo a Spagna, Malta e Portogallo. Secondo i dati sull’istruzione raccolti dall’Istat in Italia il 62,2% delle persone tra i 25 e i 64 anni possiede il diploma, contro l’86,6% in Germania, l’80,4% in Francia e l’81,1 nel Regno Unito. “Il diploma è considerato il livello di informazione indispensabile per partecipare con potenziale di crescita individuale al mercato del lavoro” si legge nel report dell’Istituto di statistica.
Non solo tra Italia ed Europa, il divario è anche interno al Paese. In materia di istruzione il rapporto evidenzia delle differenze tra Nord e Sud. Al Nord i diplomati sono il 65,7%, mentre al Sud la percentuale di persone che possiedono un diploma si abbassa, arrivando al 54%. E i laureati non fanno eccezione. Il numero di giovani che si laureano è maggiore al Nord con il 31,4%, contro il 21,2% dei giovani al Sud. Anche se è migliorato il tasso di occupazione dei giovani che trovano lavoro dopo la formazione, questo non basta per essere positivi.
Il divario tra il numero di laureati in Italia e la media europea è ampio e si riduce a fatica. Nell’ultimo anno le persone laureate in Italia sono aumentate dello 0,3 mentre la crescita media europea è dello 0,9. Ma non è finita. C’è poi da considerare quella parte di popolazione, generalmente più giovane, che non lavora e non studia. In Italia il numero di giovani tra i 15 e i 29 che si collocano in questa categoria si è di poco ridotto ma rappresenta il 22,2%, ovvero circa 2 milioni. Il numero dei cosiddetti “Neet”, dall’acronimo Not in Employment, Education or Training è il più alto di tutta l’Europa e decisamente distante dai valori degli altri Paesi Ue.
L’Italia è anche il Paese con l’età media più alta attestata a 46,3 anni, oltre che un Paese che aggiorna il record negativo di nascite ogni anno. Come sottolineato dall’Istat, le variazioni e la velocità con cui questi fattori cambiano dipendono – infatti – anche dalla struttura demografica del Paese e dalla sua popolazione. I giovani sono più istruiti rispetto alle generazioni più anziane. Il numero di diplomati diminuisce con l’avanzare dell’età. Tra i 35 e i 44 anni il 68,3% possiede il diploma, tra i 45 e i 54 anni il 57,7%, mentre tra i 55 e i 64 anni solo il 50,3%.
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Crediti foto: LaPresse