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Coronavirus, l’allarme della Caritas: “A causa della pandemia in aumento i nuovi poveri”

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Quattrocentocinquantamila richieste di aiuto in tre mesi da marzo a maggio e un aumento dei cosiddetti “nuovi poveri”, vale a dire persone che per la prima volta si ritrovano indigenti. Lo denuncia la Caritas, secondo la quale la pandemia da Coronavirus ha messo a dura prova una parte consistente della popolazione italiana.

In una rilevazione condotta fra il 3 e il 23 giugno, il 95,9% delle Caritas diocesane partecipanti al monitoraggio (169, pari al 77,5% del totale) segnala infatti un aumento dei problemi legati alla perdita delle fonti di reddito, mentre oltre la metà segnala problemi come difficoltà nel pagamento di affitto o mutuo, disagio psicologico-relazionale, difficoltà scolastiche, solitudine, depressione, rinuncia a cure e assistenza sanitaria. Ampio il ventaglio delle persone che si sono rivolte ai centri Caritas, fra cui disoccupati, persone con impiego irregolare fermo a causa della pandemia, lavoratori precari privi di ammortizzatori sociali, dipendenti in attesa della cassa integrazione, pensionati e casalinghe.

Fra le persone sostenute dalla Caritas da marzo a maggio, ben più della metà – il 61,6% per la precisione – sono italiane. E di queste, un terzo (34%) sono “nuovi poveri”, cioè persone che per la prima volta si sono rivolte alla Caritas. Le difficoltà poi non si sono esaurite con la fine del lockdown, ma continuano ancora oggi. A mancare, in Italia, è in primo luogo il lavoro. 

 

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Crediti foto: LaPresse