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Scuola, pronte le linee guida per il rientro a settembre: niente mascherina sotto i 6 anni e lezioni anche il sabato

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Il ministero dell’Istruzione ha inviato alle parti sociali e alle Regioni le linee guida per il ritorno a scuola il 14 settembre, ultima data stabilita per il rientro dal ministro Lucia Azzolina. Tra le indicazioni, niente mascherine per i bambini sotto i 6 anni, lezioni da organizzare “in turni differenziati”, integrando “attività didattica in presenza e digitale alle scuole superiori ed estendendo le lezioni al sabato. Gli istituti, inoltre, potranno “adottare soluzioni organizzative differenti, per realizzare attività parallele o alternative alla didattica tradizionale”.

A settembre, si legge nella bozza del documento, le attività scolastiche “riprenderanno su tutto il territorio nazionale in presenza” pur nel rispetto delle indicazioni contenute nel Documento tecnico elaborato dal Comitato tecnico scientifico il 28 maggio scorso. Resta valido, dunque, l’obbligo delle mascherine per chi ha più di sei anni e la distanza di sicurezza di un metro. Anche se si attendono nuove modifiche da parte degli esperti, magari più leggere. Non è esclusa, qualora l’andamento dei contagi dovesse peggiorare, la possibilità di fare un passo indietro. “Qualora l’andamento epidemiologico dovesse configurare nuove situazioni emergenziali a livello nazionale o locale – si legge nel documento – sulla base di un tempestivo provvedimento normativo, potrebbe essere disposta nuovamente la sospensione della didattica in presenza e la ripresa dell’attività a distanza, attraverso la modalità di didattica digitale integrata”.

In realtà, gran parte delle decisioni pratiche su come tornare sui banchi saranno presi dai presidi e dagli Enti locali, come previsto dall’Autonomia scolastica. Le indicazioni generali previste dal ministero, anche se un incontro è previsto domani mattina al Miur con le Regioni e tutto il mondo della scuola, prevedono una riconfigurazione del gruppo classe in più gruppi di apprendimento; l’articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso; turni differenziati; la possibilità di fare lezione anche il sabato. La didattica a distanza resta per le scuole secondarie di II grado, nelle quali è prevista “una fruizione per gli studenti, opportunamente pianificata, di attività didattica in presenza e didattica digitale integrata, ove le opportunità tecnologiche, l’età e le competenze degli studenti lo consentano”, riporta il documento.

Agli enti locali spetterà anche stabilire eventuali orari scaglionati di arrivo e la possibilità di fruire di spazi esterni alla scuola. Per le scuole dell’infanzia viene prevista “l’adozione di misure particolarmente attente alla garanzia del rispetto non solo delle prescrizioni sanitarie, ma anche della qualità pedagogica delle relazioni”. Niente mascherine per i bambini al di sotto dei 6 anni e dispositivi ‘leggeri’ per il personale scolastico in modo da rendere riconoscibili gli insegnanti. E poi ancora ambientamento, stabilità dei gruppi, predilezione per gli spazi all’aperto, pranzo in ambienti dedicati e niente giochi dall’esterno.

Infine, per quanto riguarda la mensa, sarà garantita a tutti gli aventi diritto, con soluzioni differenti per ciascuna scuola. I locali dove i minori mangiano dovranno essere puliti in modo approfondito e si potrà effettuare la refezione “in due o più turni, al fine di non consentire oltre il dovuto l’affollamento dei locali ad essa destinati”.

 

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