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Fase 2, il mondo del lavoro stenta a ripartire: a Milano solo poco più della metà delle imprese è di nuovo operativa e il 15% non ha ancora ripreso l’attività

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Il settore del lavoro in piena Fase 2 stenta a riprendersi dal duro colpo inferto dalla pandemia da Coronavirus e dal conseguente periodo di lockdown. Una impresa su due non ha ancora ricevuto gli ammortizzatori sociali per i suoi dipendenti a più di tre mesi dall’inizio dell’emergenza sanitaria. A giugno, per il 48% delle imprese del terziario, non è ancora arrivato nessun pagamento di cassa integrazione ai dipendenti. Un dato in miglioramento rispetto a fine aprile, quando la quasi totalità (il 96%) era ancora in attesa, ma che rende difficile per tantissime aziende pensare alla ripresa.

Il dato, come riporta La Repubblica, emerge da una indagine di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza con le risposte di 982 imprese, per l’ 86% fino a 9 addetti. In particolare, hanno risposto all’ indagine le imprese della ristorazione (26%) e il dettaglio non alimentare (20%). Dalle risposte emerge un giudizio fortemente negativo sugli aiuti previsti attraverso i vari provvedimenti governativi non ritenuti sufficienti dal 90% degli intervistati. Il 78% ha usufruito di una qualche forma di sostegno: soprattutto gli indennizzi di 600 euro di marzo e di aprile (82 e 77%) mentre il 32% ha ottenuto un finanziamento bancario fino a 25 mila euro. Il 65% delle imprese indica come prioritaria l’ erogazione di contributi a fondo perduto, il 18% la riduzione del costo del lavoro e il 12% lo spostamento delle scadenze fiscali a fine anno. A più di un mese dall’avvio della Fase 2 ha riaperto il 64% delle attività, il 21% non l’ ha mai sospesa, ma il 15% delle imprese non ha ancora ripreso il lavoro. Fra chi non ha ripreso l’ attività la maggioranza – il 51% – prevede di aprire nei prossimi mesi, mentre il 49% non sa se potrà riaprire (37%) o se dovrà chiudere definitivamente (12%). Il 58% delle imprese che hanno riaperto lo ha fatto con l’ organico completo.

Nella prima settimana di giugno l’ affluenza dei clienti è stata del 70% per il dettaglio alimentare, del 54% per i servizi alle imprese, del 51% per distributori carburanti e ingrosso alimentare, del 47% per il commercio di autoveicoli, del 46% per il dettaglio non alimentare, i trasporti e la logistica. Servizi alla persona 33%, ristorazione 31% mentre ai minimi restano le agenzie di viaggio (8%) e gli alberghi (6%). Nella prima settimana di giugno, rispetto al volume di lavoro della settimana dal 18 al 24 maggio, “linea piatta” per alberghi e agenzie di viaggio aperti, ma è in discesa anche il dettaglio non alimentare. Meglio distributori carburante, servizi alle imprese e trasporti e logistica e dettaglio alimentare. Il 93% delle imprese risponde di aver garantito i livelli di sicurezza richiesti: un dato in crescita rispetto alla precedente rilevazione di un mese e mezzo fa (83%). Per il 59% delle imprese l’ applicazione di queste misure non è però compatibile con l’ esigenza di realizzare un volume di ricavi sufficiente a coprire i costi.

 

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Crediti foto: LaPresse