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Covid: partite le telefonate della Croce Rossa a 150mila italiani

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Sono partite ieri e continueranno per circa 15 giorni le telefonate della Croce Rossa Italiana (Cri) a 150mila italiani sparsi in duemila comuni selezionati che avranno la possibilità di effettuare il test sierologico. Questo permetterà di vedere quanti hanno già sviluppato gli anticorpi al Coronavirus anche in assenza di sintomi. Oltre ad apprendere nuovi elementi su come il Covid-19 si è diffuso.

In tanti avranno già visto lo spot dedicato in televisione o le locandine informative nelle farmacie e parafarmacie. Lo scopo dei test a campione, come chiarito dallo stesso premier Conte lo scorso 21 maggio durante l’informativa alla Camera è quello della ricerca scientifica. Le chiamate arriveranno da 21 call center sparsi in tutta Italia e saranno effettuate da 700 volontari della Croce Rossa.

Il campione di 150mila italiani non è pensato a caso, ma è stato elaborato insieme all’Istat in base al genere e diviso in sei fasce di età, oltre a tenere conto dell’attività lavorativa svolta. Di questi, 30mila saranno cittadini della Lombardia, 13mila dal Veneto, 12mila dall’Emilia-Romagna e 10mila dal il Piemonte. Chi riceverà la telefonata della Croce Rossa sul proprio numero di cellulare potrà scegliere se partecipare o meno. I test sono infatti su base volontaria, oltre che gratuiti. Se sì, ci si dovrà recare negli ambulatori indicati per un prelievo di sangue, oppure effettuarlo al domicilio.

La Croce Rossa ha anche messo a disposizione un numero telefonico (06 5510) per dare più informazioni e rispondere alle domande di quanti verranno contattati. Ci sarà anche da compilare un questionario formulato dall’Istat e dal Comitato tecnico-scientifico a cui si appoggia il governo. Secondo gli esperti i risultati dei test sierologici effettuati su un campione di 150mila volontari potranno aiutare a capire quanti hanno già sviluppato gli anticorpi, a che età e in che regione. Di conseguenza, queste informazioni potranno essere utili a differenziare le misure di contenimento del virus.

Per ovviare poi al problema della tutela della privacy dei partecipanti, il ministero della Salute, l’Istat e la Croce Rossa stessa hanno garantito che “la riservatezza dei partecipanti sarà mantenuta per tutta la durata dell’indagine”. Chi deciderà di partecipare, infatti, riceverà un codice identificativo che verrà divulgato soltanto a chi gestisce i lavori e che servirà al momento dell’esito del test.

 

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Crediti foto: LaPresse