Musica
Rubrica. FLASHLIGHT. “Respect”, il ritorno di un evergreen
Di Old Man Say
“Respect” la conosciamo tutti, è qualcosa di più di una semplice canzone. Scritta ed originariamente pubblicata dall’artista Otis Redding nel 1965, si è trasformata in un inno ed in un grido di libertà e rispetto dopo il successo ottenuto nel 1967 dalla cantante Aretha Franklin.
Diverse sono le versioni, differenti i testi. La storia che viene raccontata in questi due capolavori ha un filo conduttore opposto. L’ originale di Otis Redding, di matrice funky, è l’ appello di un uomo disperato, che darà alla sua donna tutto ciò che ella desidera. Non gli importa se lei gli farà del male; lui accetta tutto a patto che ottenga il dovuto rispetto quando porta, tornando dal lavoro, i soldi a casa.
Aretha invece stravolge tutto in chiave soul regalando energia e verve al brano. La sua è la dichiarazione di una donna forte e sicura, che sa di avere e di poter dare tutto ciò che il suo uomo vuole, una donna che non accetta torti in amore, che esige “rispetto”.
Punto di riferimento per il movimento femminista, canzone-manifesto per i diritti civili e contro l’ apartheid, “Respect” viene considerata una delle produzioni migliori di sempre nell’universo R&B, vincitrice di due Grammy e di un’infinità di riconoscimenti, verrà poi inserita al numero cinque dalla rivista “Rolling Stone” fra le cinquecento migliori canzoni di tutti i tempi.
Alla sua uscita, su etichetta Atlantic, l’album d’esordio della Franklin, sconvolgerà il mercato statunitense rimanendo in vetta per due mesi alla classifica di Billboard. Nota curiosa: ovvio che il rispetto sia una componente dell’amore e per una singolare coincidenza la canzone viene incisa dall’artista il 14 febbraio 1967, il giorno di San Valentino, al Fame Studios di Muscle Shoals in Alabama.
Respect, pubblicata poi anche in versione singolo a 45 giri, è senza ombra di dubbio la canzone che ha ottenuto più successo da chi l’ha reinterpretata che da chi l’ ha composta e proposta per primo; Otis diceva di Aretha “Quella ragazza che mi ha rubato la canzone”.
La disco-music e di seguito il movimento “house” hanno spesso preso spunto dai grandi classici degli anni ’60 e ’70, riproponendoli in versione cover o rubandone campioni per ricostruire poi temi più attuali, dinamici ed adatti alla discoteca ed al ballo. Più una canzone ha avuto successo più gli artisti l’hanno utilizzata e “Respect” non è sfuggita a questa consuetudine. Decine di d.j.’s l’ hanno rielaborata e remixata, tantissimi cantanti, famosi e no l’ hanno ricantata in centinaia di modi ed arrangiamenti differenti.
Mitch B. insieme ad un pool di disc-jockey tra i quali Sandro Murru Kortezman (già produttore delle hits di Rozzalla, Chase e Marascia), Roberto Fenu, Elia Zampolini, accompagnati dalla voce di Abigail riproporranno dal 29 maggio una nuova versione di questo evergreen.
L’ abbiamo ascoltata in anteprima; pensata per il dance-floor ha un ritmo a metà fra house, funk, soul e r&b. Un mix di melodie raffinate, un ritmo coinvolgente, il tutto completato da un sax che lascia il segno. Possiamo categorizzarla nel filone Glitterbox, un format legato all’ house music più autentica e di qualità ma risulta anche efficace come traccia radiofonica o per un d.j. set soft. In anteprima per due settimane su Spotify e Beatport da metà giugno sarà disponibile sui principali portali di musica digitale. Buon Ascolto.
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