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L’autogol di Conte: “Mes inutile? Un grave errore”. La giornalista Letizia Magnani che raccontò la crisi della Grecia spiega lo scivolone del Premier

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Giuseppe Conte

“Il Mes? All’Italia non serve”. Questo è stato uno dei passaggi-chiave della conferenza stampa del Premier Giuseppe Conte di ieri, prima che la polemica politica col duo Meloni-Salvini sovvertisse gli equilibri, e finisse per far passare in secondo piano agli occhi di molti italiani la portata di una dichiarazione che può avere ripercussioni per il nostro Paese nel breve ma anche nel medio e lungo termine.

A mettere chiarezza sul tema-Mes, partendo proprio dalla funzionalità dello strumento, ci corre in soccorso Letizia Magnani, giornalista professionista, che da anni collabora con testate nazionali (tra cui QN e Grazia) e che nel 2016 ha raccontato nel libro edito Castelvecchi “La lezione greca – Un’altra Europa è possibile?” la vicenda del paese ellenico travolto dalla crisi, una crisi che scoperchiò la pentola di un’Europa, come lei stessa scrisse, “governata e orientata non più al bene comune ma agli interessi della finanza”.

E il tema dell’Europa è tornato prepotentemente in auge con l’arrivo del Covid-19, che sta mettendo in ginocchio un’Italia che economicamente già zoppica (eufemismo) da oltre un decennio.

In questo senso il Mes poteva e potrebbe fornire un aiuto che più che utile risulta ad oggi indispensabile. Ma cos’è, in principio, il Mes? Acronimo di Meccanismo Europeo di Stabilità, “è un’organizzazione intergovernativa che emette prestiti per paesi europei in difficoltà – spiega Letizia Magnani -, in cambio di condizionalità nelle politiche economiche. Attivo dal luglio del 2012, ha una dotazione di 650 miliardi di euro alla quale possono attingere i paesi europei in difficoltà”.

Al momento dunque, considerando il Covid-19, tutti. E infatti la Spagna, ma a ruota anche una decina di altri paesi, “hanno già dichiarato il loro interesse ad attingere dal Mes”.

Un scelta dunque sposata già da molti paesi europei anche perché, ed è questo uno dei punti cardine, “vista la particolare situazione che stanno vivendo tutti i paesi europei, allo strumento si può ora accedere senza condizioni macroeconomiche aggravanti, quindi diventa di fatto una grande linea di credito vincolata a spese mediche e umanitarie”.

Al di là dell’attacco politico “senza possibilità di contraddittorio, fuori dal confine del suo ruolo istituzionale, non la trovo una nota di colore ma anche di sostanza”, così apre e chiude la parentesi la giornalista Magnani, tornando al Mes la frase di Conte (“Il Mes non ci serve”) è da considerarsi “poco felice, perché dire che l’Italia non ne ha bisogno e che è uno strumento inadeguato è scorretto”.

Inesatta, poi, anche l’uscita sugli eurobond (“lotteremo per gli eurobond”, questo uno dei passaggi in conferenza stampa), in quanto, spiega Magnani, “l’eurobond non è uno strumento alternativo al Mes, e non è causale che nessun paese lo abbia fin qui preso in considerazione”.

Se dunque è chiaro che “le regole dell’Europa vadano riscritte, si deve ripartire da un’Europa dei popoli e non della moneta, questo mi pare ovvio”, è altrettanto chiaro che, in un momento d’emergenza come questo, “non ci si può limitare ad scaramuccia sul Mes che ‘ci piace’ o ‘non ci piace’. Si  faccia una valutazione politica attenta, non a colpi di slogan”.

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Crediti Foto: giuseppe_conteufficiale/instagram