Mei/Indipendenti
MEI. Bugo ritorna come “Cristian Bugatti” e prova a sopravvivere dopo Sanremo
Oltre i meme e Sanremo, Bugo pubblica un ottimo disco, forse ultima chance per emergere
Certo che deve essere strano, per Bugo. Una carriera di circa 20 anni, fatta di piccoli show, di underground, di un nome di culto che non sfonda mai. Cristian Bugatti, in arte Bugo, non deve essere neanche la persona più semplice del mondo: qualche anno fa lasciò la Carosello Records con dei messaggi su Facebook in cui insultava i responsabili dell’etichetta, re – tra l’altro – di aver messo sottocontratto i “dedededegiornalisti” (sic).
Poi la notizia che non ti aspetti: Bugo ospite a Sanremo 2020 in compagnia di Morgan, storico amico dell’artista, caduto in disgrazia e in cerca di visibilità. Così, i due partecipano a Sanremo con il brano “Sincero” e il resto è Storia, ormai. Una storia che ha facilmente mangiato tutto il resto: Bugo è sì diventato “famoso”, al grande pubblico, ma nel modo sbagliato. Perché “Sincero” è un ottimo brano, e il disco uscito a ridosso del Festival un ottimo disco.
L’album, il nono per l’artista lombardo, uscito il 7 febbraio per la Mescal, esce dopo 4 anni dal precedente “Nessuna scala da seguire” e si presenta al pubblico come “Cristian Bugatti“, vero nome dietro il moniker Bugo.
“Sincero“, su disco, non giova dell’hype della strofa cambiata da Morgan – ormai unica vera versione riconosciuta – ma ci conferma essere un ottimo brano, dove effettivamente la voce seppur rauca di Morgan si applica benissimo alla strofa, incastrandosi alla grande con Bugo in un ritornello azzeccato. Un brano scritto con lucidità e talento, purtroppo tristemente famoso per altri motivi.
A voler fare i complottisti, verrebbe facile sentire “Che ci vuole“, quinta traccia di “Cristian Bugatti“, e trovare la dichiarazione di intenti dietro la sceneggiata sanremese. La canzone infatti ci dice: “che ci vuole a tirarsela un po’, basta dire che Sanremo fa cagare, che ci vuole a diventare famosi basta un vaffanculo in tv“. Ma noi che complottisti non lo siamo, ci rendiamo conto che questo è da sempre il modo con cui Bugo ha affrontato la materia lirica delle sue canzoni, e che “Che ci vuole” è un grande episodio di pop leggero e ben prodotto.
Certo, associare la frase “pop leggero e ben prodotto” a Bugo fa impressione, vista la sua origine garage rock, grezza, imprecisa e sfrondata da fronzoli e ammennicoli. L’abbraccio di sonorità proto-mainstream, quasi disco, non inficia però la qualità complessiva dell’album, che non si rifugia nelle sonorità passatiste e nell’anima battistiana per coprire le mancanze.
Tra gli highlight si trova “Come mi pare“, sorretta dal groove disco funk ma dai sorprendenti sprazzi strumentali dello special, e “Mi manca”, dove c’è l’altra guest del disco, Ermal Meta, seppure un certo grignanismo si palesi.
“Cristian Bugatti” è davvero l’album del make it or break it per Bugo. Se si rivelerà vittima dell’ironia della rete o nuovo eroe emerso da un passato di gavetta, solo il tempo potrà dirlo.
VOTO: 7/10
AGGETTIVO: SINCERO
TRACKLIST:
- Quando impazzirò – 3:25
- Sincero (feat. Morgan) – 3:41
- Come mi pare – 3:20
- Al paese – 3:35
- Che ci vuole – 3:54
- Fuori dal mondo – 3:56
- Mi manca (feat. Ermal Meta) – 4:07
- Un alieno – 3:23
- Stupido eh? – 6:12
ALBUM: CRISTIAN BUGATTI
ARTISTA: BUGO
ANNO: 2020
ETICHETTA: MESCAL
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