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Sanremo 2020. La sezione Nuove Proposte si conferma la Serie B del festival, con poche idee
Per Sanremo 2020 8 “Nuove Proposte” si contendono un futuro da “Big”: da Fadi a Eugenio in via di Gioia. Scopriamo chi ha la stoffa e chi no
Sanremo è sempre stato un evento a sé, capace di condizionare gli ascolti e i gusti delle persone, solo e soltanto per quella settimana di diretta televisiva. E solo per i nomi dei cosiddetti “Big“, quelli che più o meno famosi si contendono la passerella centrale e tutte le attenzioni di stampa e pubblico.
Poi, da sempre, c’è la sezione “Nuove proposte“, anche spesso chiamata impropriamente “Sanremo Giovani“, anche quando i concorrenti hanno dimostrato di avere più esperienza e pubblico di alcuni cantanti Big. Di fatto, se ci è permesso riassumerla così, la sezione “Nuove proposte” non è altro che la Serie B sanremese, dove mettere i nomi da piazzare delle etichette major o dove collocare quelli che ancora non hanno fatto il salto di qualità.
Certo che quest’anno la formula, che negli ultimi tempi si era trasformata in una sorta di contest a parte, ha subito una variazione non indifferente: se è rimasta comunque tutta la parte di selezione, semifinali live a dicembre e via dicendo, quest’anno hanno tolto la possibilità al vincitore di Sanremo Nuove Proposte di calcare il palco dei Big, e non a caso. Ricorderete tutti infatti l’exploit di Mahmood, che partito proprio da Sanremo “giovani” si è ritrovato a vincere da underdog la 69esima edizione del Festival davanti un inviperito Ultimo. Ecco quindi quest’anno una più discreta selezione di finalisti, otto, per gareggiare tra di loro senza il rischio di fare danni a chi Sanremo (Big) è previsto che lo vinca.
Certo che anche quest’anno si conferma il trend delle “nuove proposte” che “nuove” lo sono poco. Fa infatti strano vedere gli Eugenio in Via di Gioia tra i finalisti dei nuovi e i Pinguini Tattici Elettrici tra i Big, considerato quanto vicino sia il loro pubblico sia in termini di target che di numeri (o giù di lì), e considerato invece che un’Elettra Lamborghini si piazza con facilità da main artist nonostante un curriculum vitae decisamente corto, quasi quanto i suoi abiti. Nondimeno, gli Eugenio sono la ventata di aria fresca in un Sanremo Nuove Proposte che ha tutta la pesantezza del banale pop mainsream.
Se gli Eugenio in Via di Gioia, infatti, portano “Tsunami“, un brano non fortissimo, ma almeno personale e con i suoi momenti up, rimane da capire che senso abbia cantare l’ennesima canzone generica, come fanno Matteo Faustini con la sua “Nel bene e nel male” e Leo Gassmann (figlio di Alessandro e nipote di Vittorio) con “Vai bene così”, due episodi dimenticabili e piuttosto piatti di pop senz’anima.
Molto meglio Fadi (“Due di noi”), che propone un brano non lontano dall’indie pop di Calcutta, e lo fa con un timbro decisamente “off”, e ancora di più Gabriella Martinelli (altra artista di grande esperienza) e Lula, che con “Il gigante d’acciaio” sintetizzano un buon pop cantautorale con tematiche profonde e ben proposte, un po’ come Tecla Insolia che prova la stessa strada “impegnata” con “8 marzo”, ma senza avere lo stesso carisma né proponendo un brano altrettanto forte.
Infine, chiudono il giro due artisti messi lì perché si deve il primo è Fasma, che con la sua “Per sentirmi vivo” deve soddisfare il necessario angolo di pubblico giovane con un brano dalle sonorità finto trap e dalle totalmente assenti idee musicali; ma forse fa ancora peggio Marco Sentieri, che su un altro finto rap (stavolta) ci racconta l’inevitabilmente stucchevole storia di bullismo che non cede al rancore e vince sull’odio di “Billy blu”, dal testo talmente posticcio da risultare irritante.
Chi vincerà Sanremo Giovani? Senza sbilanciarci ulteriormente, i nostri pareri li abbiamo dati. Poi, il pubblico è sovrano (certo, come no) e vincerà chi più lo merita (come sempre ovviamente). Un grande in bocca al lupo a tutti gli artisti, ricordandogli che questa settimana non è la vita vera, e dopo li attendono i veri palchi della musica, dove, parafrasando un passo infernale, “si parrà la loro nobilitate”.
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