Mei/Indipendenti
Rubrica, MEI. MUSICA IN GIALLO di Roberta Giallo. “Perché non guarderò Sanremo”
Di Roberta Giallo
PERCHE’ NON GUARDERO’ SANREMO
IL RITORNO ALLA CIVILTA’ E IL PASSO INDIETRO DEL TRAPPER (S)MASCHERATO
Se vivessimo in un mondo giusto, un video di Alfina Scorza dovrebbe avere le visualizzazioni di un video di Junior Cally e non viceversa: perché Junior dovrebbe averne molte meno di quelle che ha un video di Alfina. Non so se mi spiego.
Posso citarvi altre cantautrici che meriterebbero di averne di più: Sarah Stride, Adel Tirant, Vanessa Casu, Giulia Mei, Margherita Zanin, Deborah Bontempi, Alessandra Valenzano, Giulia Ventisette, Tonia Cestari… potrei continuare quasi all’infinito!
Tra l’altro, l’ultima cantautrice della lista, Tonia Cestari, ieri sera è stata ospite da Red Ronnie ad uno dei “Barone Rosso” più interessanti di sempre. Condotto da un appassionatissimo e infaticabile Red, e moderato con classe e grazia da Grazia di Michele, ci ha portato dentro un mondo “prezioso e plurale”: il mondo della CULTURA, per qualcuno “fuori moda”, ma non per me e per molti altri, che delle tendenze se ne fregano…
Ripeto il concetto. In moltissimi stiamo avendo un fortissimo e insopprimibile bisogno di cultura e di ritorno alla DECENZA: di quella cultura che è da sempre il luogo del confronto e non della divisione; luogo delle sfumature e non del bianco e nero; luogo della profondità e non della superficialità; luogo dell’essere e non del becero nichilismo; luogo della creatività e non dell’omologazione, luogo della delicatezza e non della brutalità grottesca; il luogo in cui possono convivere in armonia sentendosi tutti rispettati e partecipi giovani e vecchi, uomini e donne, poeti e ragionieri, più-progressisti e più-conservatori .
Questo mondo della cultura al quale paradossalmente per qualche filo mosso dal “diavolo”, la grossa discografia (insieme alla televisione) guarda ormai quasi con “sospetto”, è però il mondo di cui in moltissimi _lo ripeto perché sia chiaro_ cominciano a sentire la mancanza, e non una mancanza lieve, ma una mancanza viscerale.
La sensazione pare essere diventata questa: mancanza di O2, ovvero, mancanza di ossigeno. Ci mancano arte, cultura e bellezza… proprio come ci mancasse l’aria!
E’ diventata una questione-morale, di vita o di morte: e quando in ballo c’è la sopravvivenza, lo sapete che succede? Succede che si alza il fondoschiena e ci si mette in moto, ci si mobilita, ci si unisce insieme contro “qualcosa che ci danneggia” e si passa, finalmente, dalle sterili lamentele ai FATTI. Si passa alla DIFESA.
Sì, noi ci stiamo difendendo. Citando Ornella Vanoni, direi che ci stiamo difendendo e dovremmo difenderci da ciò che “è/ci pare osceno”, e, citando Loredana Berté, “da certi soggetti che andrebbero squalificati per istigazione alla violenza”, aggiungo: la violenza tutta, che sia misoginia, omofobia, antisemitismo…
Se internet, questo luogo-non luogo, il WORLD WIDE WEB, ovvero questa ragnatela globale ci causa non pochi problemi, dall’altra funziona benissimo come passaparola di ciò che piace o non piace, dunque come aggregatore di sentimenti condivisi.
E così un giorno, all’improvviso, ci siamo accorti di essere in tantissimi ad essere uniti nello stesso SDEGNO, e non sentendoci più soli, siamo partiti compattandoci “in massa”, per difendere quello che ci è sembrato giusto, decoroso, sacrosanto e legittimo difendere.
Passatemi una metafora iperbolica: sta accadendo un po’ quello che succede prima delle “guerre”: che una goccia faccia traboccare il vaso. Nel nostro caso succede che la gocciolina sia la questione del trapper mascherato a Sanremo, un trapper che in tantissimi non vogliono: utenti che pagano il canone, parlamentari, avvocati, artisti, educatori, vertici RAI, potrei continuare fino a domani… siamo in centinaia di migliaia, forse qualche milioncino…
Eppure nessuno lo butta fuori: “Perché?”
(Si chiedeva, ci chiedeva, e probabilmente si sta chiedendo ancora la battagliera Grazia Di Michele, e insieme a lei, in coro, ce lo stiamo chiedendo pure noi…)
Amadeus, da una parte capro espiatorio, dall’altra presentatore e contemporaneamente direttore artistico del Festival (curioso tra l’altro porti il nome dell’Altissimo Mozart) continua a dire che la canzone che Junior porterà a Sanremo è fortissima! (Lo direbbe anche Wolfgang?)
Io dico: può bastarci una risposta del genere a questo punto? Data la forza numerica e qualitativa delle polemiche?
Diciamolo, continuiamo a dirlo, noi che ci crediamo e ne abbiamo il coraggio, noi che ci siamo stancati da un pezzo di non dirlo: chi per paura, chi per riservatezza, chi per pigrizia, chi per evitare di stare sulle scatole a qualcuno…
Diciamolo ancora che siamo stanchi della volgarità, del turpiloquio, della spocchia, della becera ignoranza, dell’omologazione, di questo nulla-cosmico di cui tutto pare invaso, e che viene spacciato per Arte e Musica.
Mi domando dove siano cascate le braccia a Michele Monina che ha intrapreso questa giusta battaglia contro l’orrido da molto, moltissimo tempo… dove Michele? Dove? Penso a te come all’ispettore Gadget… sappilo!)
E, passatemi ancora una volta il plurale maiestatis (ci ho preso gusto), siamo stanchi anche di paragoni improponibili e blasfemi tirati in ballo a difesa del trapper (s)mascherato, come se si possa paragonare mostri sacri del Rock, vivi e morti, a uno che di strada ne ha tanta da fare… anzi, a uno che quel pezzo di strada che sembrava aver fatto, l’ha già rinnegata pur di non perdere l’occasione di salire sul palco “più ambito” d’Italia!
Un palco, però, che un vero rapper come Salmo ha snobbato senza paura, per esempio. Pensiamoci. Applausi per Salmo!
E il trapper (s)mascherato?
Da gangsta a bravo ragazzo della porta accanto il passo indietro è stato brevissimo, ma aggiungerei anche poco credibile…
Dunque: La trap è vera o finta? I trapper sono più attori o semplicemente se stessi? Questi Gangsta sono Gangsta o sono bravi ragazzi? Il loro “curriculum” è reale o frutto di fantasia?
Ditemelo, perché non sto capendo più nulla. Sarò forse troppo vecchia?
(…forse “ritardata”? Così un tale si è rivolto a me nei commenti, aggiungendo all’appellativo pure una bestemmia).
Ecco. Diciamolo una volta per tutte che il mondo mondo che vogliamo non è quello di certi trapper e dei loro stereotipi offensivi e volgari, un mondo che io personalmente non censurerei, ma che relegherei ad una nicchia di adulti-vaccinati amanti del “genere”, e non fomenterei/spaccerei/divulgherei come “musica del momento” come “fenomeno culturale che tutti saremmo chiamati a conoscere”…
E vi prego, meditate prima di chiamarla Musica… Bach si rivolterebbe nella tomba e insieme a lui parecchi altri che hanno fatto la Storia dell’Arte più Nobile ed Elevata, appunto, la Musica.
Sento il dovere tra l’altro di riportarvi alle origini del termine, attingendo da un dizionario prezioso, il mio dizionario di Filosofia di Nicola Abbagnano che ero solita consultare quando ero ancora un’ingenua studentessa universitaria senza smartphone. Cito brevemente, (nel dizionario la/le definizioni prendono più di 5 pagine scritte in caratteri piccoli piccoli):
“Due sono le definizioni filosofiche fondamentali che sono state date della musica. La prima è quella che la considera come la rivelazione all’uomo di una realtà privilegiata e divina: rivelazione che può assumere o la forma della conoscenza, o quella del sentimento. La seconda è quella che la considera come una tecnica o un insieme di tecniche espressive che concernono la sintassi dei suoni”.
Allora, ognuno ci rifletta. Io dico: torniamo allo studio del linguaggio, al peso delle parole, torniamo a setacciare, a fare distinzione. Torniamo a studiare!
Torniamo anche a dei criteri “sostenibili” per la nostra coscienza, torniamo a delle regole di selezione condivise: perché se davvero di regole non ne dovessero esistere più, cadremmo direttamente dentro al buco nero del caos, della più mortifera ignoranza: l’ignoranza che è negazione del bello (e del giusto), della pluralità a favore dell’omologazione, quell’ignoranza che porta degrado e decadenza, violenza, e infine, MORTE.
Tuttavia, se da un lato mi verrebbe da gridare “Aiuto”, o “Help”, dall’altro non nascondo che sono ottimista, perché in moltissimi ci siamo “svegliati”! Sì, è così: ci siamo resi conto di essere ad un passo da questo buco nero profondissimo e senza ritorno, e ci siamo rialzati come chi tocca il fondo, muovendoci tra condivisioni, petizioni, lettere di protesta, ritiro di premi… siamo vivi! Non siamo zombie passivi…
Se da una parte i livelli di relativismo cosmico a cui la valutazione artistica del prodotto musicale è stata portata rendono molto difficile un’analisi di valore condivisibile sull’arte che si intende giudicare; io dall’altra auspico e voglio credere in una rivoluzione culturale che parta “dal basso”, una rivoluzione della Civiltà contro le nuove Barbarie avanzanti: ed è per questo che nella mia rubrica scelgo di parlarvi di quelle artiste/i che secondo me la rappresentano.
Ed è per questo che ringrazio chi di voi ha scelto di essere firmatario della mia lettera aperta ad Amadeus (che trovate in cima alla mia pagina FB ufficiale, e lì rimarrà fino alla fine del Festival). E tra i vari firmatari, che come me chiedono di riconsiderare la presenza del trapper sul palco dell’Ariston, sappiate che hanno aderito, tra addetti ai lavori, artisti, operatori del mondo della cultura (attivi in Italia e anche all’Estero) parecchie persone: voglio citare tra quelli aggiuntisi recentemente Direttrice D’Orchestra Cettina Donato, l’Agente Artistico Laura Trimarchi, la pianista Claudia D’Ippolito.
Bene, oggi chiudo la mia rubrica con Alfina Scorza, cantautrice preparatissima, esempio di arte e parte, di tecnica e di sentimento, di bellezza e buon gusto, di “ricerca” del linguaggio. Ascoltate la sua “Così sia” che, guarda caso, racconta la storia di una donna speciale…
Nel frattempo io ho deciso che non guarderò Sanremo e se volete vi invito a postare il più possibile immagini di artiste che apprezzate, di condividere le loro canzoni mettendo gli hashtag #AmicaPassaparola #RivoluzioneCulturale #LeraDelleDame. Nelle mie storie di instagram lo sto facendo quotidianamente, come fosse un rito, una preghiera; per divulgare la mia preziosa idea del bello e di ciò che merita attenzione e stima.
Ripuliamoci orecchie, anima e occhi con la musica di Alfina, guardandoci tutti
il videoclip di “Così sia”… A martedì prossimo! Roberta Giallo.
LEGGI QUI L’ARTICOLO ORIGINALE SUL SITO UFFICIALE DEL MEI – MEETING DELLE ETICHETTE INDIPENDENTI
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