Sanremo
Sanremo History, “Le cinque indimenticabili”. Sanremo per rinascere, ecco la classifica dei più indimenticabili ritorni al Festival
Le classifiche di tutto il top, e il flop, visto e ascoltato nella storia del Festival di Sanremo
Dalle canzoni più ironiche alle più criticate, da quelle ‘a luci rosse’ a quelle passate inosservate, dalle meteore alle alternative, ma anche dai look peggiori visti all’Ariston alle scenografie più suggestive, fino alle ‘penne’ migliori del Festival, ai cantanti plurititolati e a quelli plurivincenti. Una classifica al giorno, fino al 4 febbraio, per accompagnarvi al prossimo Festival di Sanremo all’insegna del sorriso e del ricordo, facendovi tornare alla mente brani indimenticabili e altri dimenticabilissimi. Quest’oggi il ‘classificone’ si occupa dei ritorni, di chi ha riabbracciato il Festival regalandosi e regalando, spesso, non soltanto un ricordo ma anche un rilancio per la propria carriera.
I RITORNI
- Massimo Ranieri, 1988 – “Perdere l’Amore”
Di tutti i ritorni, il più indimenticabile di tutti, con distacco. Al Festival era stato da minorenne, nel 1969, a 17 anni. Dopo una maturità artistica trascorsa sui palchi dei teatri e davanti alla cinepresa come attore, si fa tentare dal ritorno alla canzone nel 1988 (quasi 20 anni dopo) e lo fa con un brano firmato Marrocchi-Artegiani che diventerà ‘La Canzone’ sanremese per eccellenza, tra le più note di sempre: “Perdere l’amore”. Vince e svolta ancora la sua infinita e inesauribile carriera.
2. Gianni Morandi, 1983 – “La mia nemica amatissima”
Il suo ritorno sancisce una rinascita umana, prim’ancora che artistica. Spazzato via negli anni ’70 dall’irrefrenabile bisogno di cantanti ‘impegnati’, cade in uno scurissimo oblio per una decina di anni prima di trovare grazie all’amico Mogol uno straordinario gancio per riprendere la via smarrita. “La mia nemica amatissima” non sarà la sua canzone più nota, ma assieme a “Canzoni stonate” è quella che lo rivedrà tornare cantante e riabbracciare una carriera che non abbandonerà mai più.
3. Anna Oxa, 1997 – “Storie”
La sua seconda carriera ricomincia come si era interrotta la prima: sul palco del Festival. Nel ’90 aveva lasciato splendida traccia di se con la graffiante “Donna con te” firmata Danilo Amerio, e nel ’97 schiaccia rewind ed è come se il tempo non fosse mai trascorso. “Storie”, infatti, arriva seconda e rilancia in toto la Dea bionda dando il là a una seconda carriera che vedrà sempre Sanremo a fare da sfondo al suo percorso musicale anche negli anni che verranno.
4. Marco Masini, 2004 – “L’uomo volante”
Come per Morandi, non sarà certo la sua canzone più bella, e neppure la più indimenticabile, ma è forse la più importante di tutta la sua carriera. “L’uomo volante” è qualcosa di più del ‘solo’ primo posto che rimane nell’almanacco sanremese. E’ la storia di un cantante e cantautore che sembrava finito, divorato dalle stesse idiozie che avevano ucciso (anche artisticamente) Mia Martini, e che a Sanremo va a riprendersi ciò che Sanremo da giovanissimo gli aveva dato, e con merito pieno: un ruolo da protagonista vero nella musica italiana.
5. Caterina Caselli, 1990 – “Bisognerebbe non pensare che a te”
Di tutti i ritorni, forse il suo è il più romantico di tutti. La sua ultima a Sanremo era stata nel 1971, e pochi anni dopo era arrivato anche il ritiro ufficiale dal mondo della musica per ritagliarsi un ruolo da talent-scout, da discografica, da chi sta nella sala del mixer e non più davanti al microfono. Quasi quattro lustri dopo ecco il ritorno da donna matura, non più da caschetto biondo, con un brano che non resterà indelebile nei ricordi, ma che però indossa con classe e con disinvoltura.
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